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MICI, qual è il ruolo della dieta nei primi anni di vita?

Le ragioni alla base della crescente incidenza, a livello globale, delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) non sono note. Tuttavia, si ipotizza un possibile ruolo di alcune variabili ambientali, tra cui anche il tipo di alimentazione;  si ritiene, in particolare, che alcuni modelli alimentari possano determinare l’insorgenza di MICI, attraverso l’influenza sulla composizione del microbiota intestinale.

Le ricerche condotte nella popolazione adulta  hanno mostrato come una dieta a elevato contenuto di zuccheri, grassi e carne rossa sia associata a un aumento del rischio di sviluppare malattia di Crohn o colite ulcerosa, e che un consumo elevato di frutta, vegetali pesce, e in generale una dieta di buona qualità, sembri rappresentare invece una protezione.

Benché il tipo di dieta seguito nei primi anni di vita sia critico per lo sviluppo del microbiota intestinale e per la tolleranza immunologica, la maggior parte delle ricerche finora condotte si riferisce all’età adulta, e solo raramente ne è stato valutato il ruolo nella prima infanzia come fattore di rischio per il successivo sviluppo di MICI.

La composizione della dieta nei bambini di un anno potrebbe influire sul rischio di MICI

Un recente studio svedese -i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Gut–  ha contribuito all’aumento delle conoscenze in questo ambito e ha, per la prima volta, indagato il ruolo dell’alimentazione seguita nei primi anni di vita sulla successiva insorgenza di una malattia infiammatoria cronica intestinale.

Lo studio ha considerato complessivamente 81.280 bambini provenienti da due coorti distinte: lo studio ABIS, (All children South System Sweden) e lo studio norvegese MoBa (Mother Father and Child Cohort Study); i bambini sono stati monitorati dall’età di un anno per 21 anni nel primo caso, e per 15 anni nel secondo fino al 2020-2021. Nel periodo considerato si sono verificate 307 diagnosi di MICI, di cui 131 riferite a malattia di Crohn, 97 a colite ulcerosa e 79 non classificabili.

Le informazioni sul tipo di dieta seguita dai bambini sono state ottenute attraverso specifici questionari (Healthy Eating Index Tool) compilati dai genitori a 12 e 30–36 mesi per lo studio ABIS, e a 18 e 36 mesi per lo studio MoBa. Le domande riguardavano l’apporto di carne, pesce, frutta, vegetali, cibi per l’infanzia, dolci, snack e bevande; sono stati inoltre considerati i dati sull’allattamento -naturale o artificiale- e l’esposizione agli antibiotici.

L’analisi dei dati ha quindi permesso di suddividere i partecipanti in tre gruppi, in base al livello di qualità del modello alimentare seguito: basso, medio, alto; un punteggio più alto identificava un regime dietetico caratterizzato da maggior apporto di frutta, vegetali, latticini e pesce, e da un inferiore apporto di carne, dolci, snack e bevande zuccherate.

Una dieta più ricca di pesce e vegetali è associata a una riduzione del rischio di MICI

Lo studio ha mostrato che una dieta di qualità -a un anno di vita- è associata a un minor rischio di insorgenza di malattie infiammatorie croniche intestinali.

In particolare, un elevato apporto di pesce è risultato associato a una riduzione del rischio di colite ulcerosa pari al 50%, e un elevato apporto di vegetali, è associato a una riduzione globale del rischio di MICI. Per contro, l’elevato consumo di bevande zuccherate si accompagna a un aumento del rischio di MICI del 42%. A tre anni di età, solo un elevato apporto di pesce è risultato associato con una riduzione del rischio di colite ulcerosa.

In conclusione, lo studio mette in evidenza come una dieta ricca di pesce e vegetali e con un basso consumo di bevande zuccherate, fin dal primo anno di vita, potrebbe essere protettivo dal rischio di sviluppare, negli anni successivi, una malattia infiammatoria cronica intestinale.

Sebbene non sia possibile stabilire un nesso di causalità, questi nuovi risultati confermano l’ipotesi che l’alimentazione nei primi anni di vita, probabilmente mediata dalle modifiche del microbioma intestinale, possa influenzare il rischio di MICI. Tuttavia, i risultati studio supportano l’attivazione di ulteriori ricerche finalizzate alla migliore comprensione del ruolo dell’alimentazione nello sviluppo di queste patologie.

I ricercatori precisano che, poiché lo studio è stato condotto in paese ad alto reddito, non vi è la certezza di poterli generalizzare anche a quelli a basso medio reddito, caratterizzati da modelli alimentari diversi

Redazione

articolo a cura della redazione