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dieta restrizione oraria

Orari dei pasti e rischio cardiovascolare, c’è una relazione?

L’orario in cui si consuma il primo e l’ultimo pasto della giornata potrebbe avere un’influenza sulla salute cardio-metabolica; in particolare fare colazione e cenare “tardi” (ossia dopo le 8:00 e dopo le 21:00) potrebbe aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

Questo è quanto emerge da un ampio studio prospettico, condotto sui dati della ricerca francese su abitudini alimentari e salute NutriNet-Santé,  che conta 103.000 partecipanti volontari, con età media al basale di 42,6 anni, per il 79% donne. Il focus su orari dei pasti, digiuno e incidenza di eventi cardiovascolari si deve all’Università “Pompeu Fabra” di Barcellona, i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communication.

I partecipanti al NutriNet-Santé ogni anno compilano una serie di questionari con dati socio-demografici e informazioni sullo stile di vita, attività fisica, stato di salute e alimentazione. I ricercatori spagnoli hanno messo in relazione gli orari dei pasti e il numero di occasioni dedicate ogni giorno all’alimentazione con il rischio di malattia cardiovascolare, malattia coronarica e malattia cerebrovascolare. L’analisi statistica ha tenuto conto di variabili potenzialmente confondenti, tra le quali età, genere, educazione, livello di reddito, abitudini del fumo, livello di attività fisica.

Ogni ora di ritardo sul primo e ultimo pasto è associabile a un aumento del rischio CV

Nel corso del follow-up (il cui valore mediano era di 7,2 anni) sono stati registrati 2.036 casi di patologie cardiovascolari, 988 casi di malattia cerebrovascolare (TIA e ictus), e 1.071 casi di malattia coronarica (infarto miocardico, angina pectoris, sindrome coronarica acuta, angioplastica).

L’analisi statistica ha indagato il ruolo degli orari del primo e dell’ultimo pasto della giornata, così categorizzati:

  • orario del primo pasto della giornata: prima delle 8:00, tra le 8:00 le 9:00, e dopo le 9:00;
  • orario dell’ultimo pasto: prima delle 20:00, tra le 20:00 le 21:00, dopo le 21:00.

Ne è risultato che ogni ora addizionale di ritardo nell’orario del consumo del primo pasto della giornata è associata a un maggior rischio complessivo di malattia cardiovascolare.

Il momento del primo pasto della giornata non è invece risultato associato con il rischio di sviluppare malattie cerebrovascolari, contrariamente a quanto accade per l’ultimo pasto: ogni ora addizionale di ritardo, corrisponde a un aumento dell’8% del rischio di incorrere in patologie cerebrovascolari.

Più nello specifico, rispetto a una cena consumata prima delle 20, cenare dopo le 21 è associato a un aumento del rischio di malattia cerebrovascolare pari al 28%. Per quanto riguarda il rischio di malattia coronarica, non è emersa alcuna relazione con il numero di pasti/spuntini e con gli orari dei pasti.

Relativamente alle ore di digiuno trascorse tra l’ultimo e il primo pasto della giornata, è stata riscontrata una relazione inversa tra durata del digiuno notturno e rischio di malattia cerebrovascolare: ogni ora di aumento della durata del digiuno notturno è associata a una riduzione del rischio di malattia cerebrovascolare pari al 7%; nessuna associazione, invece, con il rischio di malattia cardiovascolare o coronarica.

Il cibo come sincronizzatore del ritmo circadiano

I comportamenti alimentari fanno parte dei principali fattori di rischio modificabili per le patologie cardiovascolari. Le funzioni metaboliche sono collegate con il “fattore tempo”: il cibo è un sincronizzatore del ritmo circadiano, che determina, tra l’altro, l’oscillazione dei livelli di pressione sanguigna. Cenare la sera tardi può alterare questo meccanismo, e portare a disturbi metabolici.

I risultati dello studio suggeriscono come l’adozione di modelli nutrizionali che prevedano il primo pasto nelle prime ore del mattino, la cena anticipata e un digiuno notturno più lungo, sembri offrire un potenziale beneficio a favore della prevenzione cardiovascolare.

Viene tuttavia sottolineato dai ricercatori che le patologie cardiovascolari sono complesse e multifattoriali, non riconducibili esclusivamente allo stile di vita. Il lavoro necessita di essere approfondito in altri contesti, ma suggerisce che, al di là del contenuto nutrizionale della dieta, le raccomandazioni relative alle tempistiche dei pasti potrebbero essere di aiuto nella promozione di un migliore stato di salute cardio-metabolica.

Redazione

articolo a cura della redazione