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Psicologi per la prevenzione e la cura, a Milano un nuovo corso di laurea

Sono state 1600, a fronte di 100 posti disponibili, le domande di ammissione al nuovo corso di laurea triennale in “Scienze psicologiche per la prevenzione e la cura”, avviato dall’Università Statale di Milano in seno alla Facoltà di Medicina e chirurgia. Il corso, precisa Marina Brambilla, Rettrice dell’Università degli Studi di Milano, “nasce con l’obiettivo di formare figure professionali capaci di integrare competenze psicologiche e mediche nella complessa gestione multidisciplinare delle malattie acute e croniche”.

Non si tratta della prima iniziativa formativa in questo ambito avviata dall’Ateneo lombardo, dove sono già attivi un master di 2° livello in Psiconcologia e un corso di laurea magistrale in Psicologia in Sanità, oggi al suo secondo anno.

“Fino a oggi tuttavia, sottolinea Gianluca Vago, direttore del Dipartimento di Oncologia e Onco-Ematologia dell’Università degli Studi di Milano, “mancava, nel panorama formativo nazionale, un corso di laurea triennale in psicologia che fornisse conoscenze di base tecniche e psicologiche e che fosse mirato anche a formare figure professionali esperte nei percorsi di prevenzione e cura in area medica. Uno psicologo che lavora in ambito sanitario necessita di una esperienza e formazione specifica, di competenze che permettano di condividere un linguaggio comune con i medici”.

Diffondere la cultura della prevenzione

Sono ancora insufficienti, in Italia le risorse economiche destinate all’area della prevenzione per la salute, con una spesa, inferiore alla media europea, che si aggira intorno al 7% del totale della spesa sanitaria. Un valore che posiziona l’Italia all’ottavo posto, in Europa, per i fondi destinati a questa area. Le conseguenze di questa carenza di risorse si riflettono in un aumento di stili di vita poco salutari: il 24% della popolazione italiana fuma, il 33% è in sovrappeso e il 28% conduce una vita sedentaria. Fattori che contribuiscono allo sviluppo di patologie croniche, come malattie cardiovascolari e tumori. In questo contesto, emerge l’importanza di un intervento non solo clinico, ma anche psicologico e preventivo con professionisti in grado di affiancare ad altre figure coinvolte nei percorsi di cura -come medici specialisti e medici di medicina generale, infermieri, fisioterapisti- all’interno di strutture sanitarie, come ospedali, ambulatori, case di comunità, e nell’assistenza primaria territoriale.

Il corso è progettato per promuovere la salute e il benessere psicologico, intercettare precocemente disturbi psicologici e riconoscere e gestire le problematiche psicologiche secondarie alle patologie organiche croniche, che possono nuocere e influire sulla aderenza terapeutica.

Secondo Guido Bertolaso, assessore al Welfare di Regione Lombardia: “la formazione alla prevenzione è una questione culturale. E trasmettere questo messaggio a chi da anni si occupa di clinica e terapia non è sempre facile. L’obiettivo di questo percorso di studi è proprio quello di formare giovani professionisti, figure da integrare in area medica, che possano diffondere il ‘virus della prevenzione’ in contesti clinici. La prevenzione è l’unico strumento per programmare un futuro in ambito sanitario”.

L’importanza dell’approccio multidisciplinare

L’integrazione dell’approccio psicologico nelle cure mediche è un passo fondamentale per migliorare l’efficacia dei trattamenti, e garantire una gestione più efficiente delle malattie. Precisa Vago:

I progressi della ricerca, il miglioramento dell’efficacia delle terapie e il conseguente aumento dell’aspettativa di vita stanno cambiando la gestione dell’assistenza e della cura, ponendo i clinici di fronte a malattie croniche che richiedono interventi multidisciplinari complessi, in cui le implicazioni psicologiche sono essenziali. Il percorso formativo coprirà gli ambiti della prevenzione con attenzione agli stili di vita, all’aderenza terapeutica e ad aree dove la psicologia è essenziale per garantire competenze multidisciplinari. D’altra parte quella dello psicologo in medicina è una figura già prevista a livello normativo, nell’ambito di case di comunità e PDTA (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali)”.

Un programma di studi ad hoc

In generale, nel corso verranno approfondite e trattate tutte le situazioni sanitarie in cui l’inserimento di competenze psicologiche consenta di aumentare l’efficacia, l’efficienza e la qualità delle cure. Variegato sarà di conseguenza il programma di studi, con modalità di apprendimento miste e focalizzato sull’importanza degli aspetti psicologici ed etici nella prevenzione, diagnosi, comunicazione e gestione delle malattie.

Spiega Roberta Ferrucci, docente di Neuropsicologia e neuroscienze cognitive dell’Università degli Studi di Milano, coordinatrice della laurea triennale:

il nuovo corso di laurea prevede una modalità di didattica multi-interdisciplinare innovativa, con un’alternanza tra lezioni frontali, laboratori, seminari, lavoro di gruppo, apprendimento ‘basato sul problema’, presentazione e discussione di casi clinici, oltre allo studio individuale dei libri di testo. Durante il percorso gli studenti acquisiranno competenze pratiche in diagnosi e terapia, familiarizzando con i test psicologici e neuropsicologici e con le tecnologie digitali in ambito sanitario”.

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Redazione

articolo a cura della redazione

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