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Salute della donna, il ruolo della medicina del territorio

“Donne in Salute” è un progetto promosso dalla Rete Italiana Città Sane OMS e dal Comune di Milano, che punta ad aumentare la consapevolezza sulle principali tematiche legate alla tutela della salute femminile e a promuovere il contributo delle donne nell’ambito della sanità e dell’informazione scientifica.

A Milano, in occasione della Giornata nazionale della salute della donna, che si è celebrata il 22 aprile, medici e professionisti della sanità in diversi momenti di confronto hanno ribadito che un’informazione corretta e adeguata è fondamentale per la salute, anche e soprattutto nei momenti di cambiamento fisiologico che contraddistinguono le diverse fasi della vita della donna: età fertile, gravidanza e menopausa.

Franca Fruzzetti, past-president della Società Italiana Contraccezione, ha ricordato:

L’Italia è agli ultimi posti in Europa per impiego della contraccezione, soprattutto di quella ormonale . Stimiamo che solo tra il 14 e il 20% delle donne in età riproduttiva vi faccia ricorso. La mancanza di informazione rispetto all’importanza del proteggersi da gravidanze indesiderate rappresenta uno dei principali fattori alla base di questa situazione”.

La medicina del territorio e la prevenzione

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione della Giornata nazionale della salute della donna, ha affermato che uno degli obiettivi è “garantire a ogni donna un idoneo percorso per accedere con facilità a prevenzione, cura e riabilitazione più adeguati e completi.”

In questo ambito un ruolo di primo piano tocca anche al Medico di Medicina Generale, come conferma Nicla La Verde, direttore della SC di Oncologia dell’Ospedale “Luigi Sacco”, ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano:

Il MMG è il medico di fiducia a cui le pazienti si rivolgono in prima battuta, sia per i problemi di salute che le riguardano personalmente sia per i problemi in famiglia (i caregiver familiari sono in grande maggioranza N.d.r.). Anche in campo oncologico il MMG svolge un ruolo importante, a aprtire dall’informazione e supporto alle pazienti. Se il test di screening per tumore al seno, per fare un esempio partico, ha un esito non chiaro, per cui la paziente è stata richiamata per fare un’ecografia o una biopsia, la paziente si rivolgerà al MMG per chiarire i propri dubbi e le motivazioni degli approfondimenti. Oppure può accadere che una donna contatti il medico di famiglia perché ha avvertito un nodulo o notato un cambiamento nella forma del seno, ed è il MMG che, in questi casi, richiede l’esame che ritiene più opportuno, come una mammografia, un’ecografia o una visita senologica”.

L’approccio multidisciplinare

L’oncologa milanese ricorda che il MMG ha un ruolo importante nel definire un percorso razionale e il più possibile efficiente per le donne che hanno una diagnosi di tumore. Spiega Nicla La Verde:

uno dei ruoli più importanti del MMG è l’affiancamento nel lavoro di cura del paziente oncologico. Negli ospedali operano team multidisciplinari con programmi volti a effettuare gli esami in tempi relativamente rapidi ed in modo razionale. Il MMG è il professionista sanitario più vicino alla paziente, sia territorialmente sia umanamente: interpreta i referti diagnostici, prende visione delle terapie indicate dagli specialisti, ed è un aiuto anche nel  confortare la paziente e supportarla su scelte non facili che, nell’ambito oncologico, possono essere cure invasive, come ad esempio, interventi demolitivi.

“Il ruolo del MMG – aggiunge La Verde appare ancora più importante in questo momento storico, anche perché molte pazienti guariscono dal cancro o sopravvivono a lungo, grazie all’innovazione in oncologia  e ai progressi della medicina in generale”.

La telemedicina e la relazione medico-paziente

Una delle principali novità degli ultimi anni che riguardano l’assistenza medica e i servizi sanitari è sicuramente la telemedicina. Le tecnologie digitali offrono grandi opportunità sia cliniche, sia organizzative, ma l’esame obiettivo rimane insostituibile. Spiega ancora Nicla La Verde:

Con il Covid abbiamo avuto modo di sperimentare che le tecnologie digitali possono avere una funzione importante: basti pensare alle innumerevoli riunioni che non facciamo più in presenza, ma con l’ausilio delle varie piattaforme. Allo stesso modo la telemedicina può semplificare alcune prestazioni mediche. Tuttavia l’esame obiettivo, cioè quello che si fa in una visita clinica, come auscultare torace o il cuore non vanno sostituiti, per cui il contatto fisico della mano del medico sul paziente ancora non è stato sostituito da qualcos’altro, anche se la tecnologia ha fatto dei passi da gigante; pensiamo per esempio alla TAC, è impressionante la precisione e l’altissima definizione delle immagini che è stata raggiunta.”

“Sicuramente – conclude La Verde – lo spazio per la telemedicina c’è e può essere implementato. Per esempio, la persona che può fare un consulto in telemedicina non deve chiedere una giornata di permesso sul lavoro, ma può allontanarsi solo una mezz’ora. Tutto si semplifica: pensiamo, ad esempio, a una madre con figli piccoli, che può fare un consulto in telemedicina, senza dover lasciare i figli per andare in ospedale. Quindi lo spazio per la digitalizzazione e la telemedicina c’è, è serio ed importante, anche per la tutela della salute delle donne.”

Pogliaghi
Silvia Pogliaghi

Giornalista scientifica, specializzata su ICT in sanità.