Skip to content
sale tavola

Consumo di sale e rischio di malattia epatica

Uno studio su un'ampia popolazione mostra che l'abitudine di aggiungere sale alle vivande può favorire la malattia epatica associata a disfunzione metabolica

La frequente o abituale aggiunta di sale ai cibi potrebbe avere gravi conseguenze per la salute del fegato, e contribuire alla progressione di una condizione nota come MASLD (Metabolic dysfunction-associated steatotic liver disease). A queste conclusioni è giunto uno studio cinese, pubblicato sulla rivista Nature, condotto analizzando i dati di migliaia di pazienti appartenenti alla UK Biobank.

La malattia epatica associata a disfunzione metabolica è una delle malattie croniche del fegato più diffuse a livello globale, con una prevalenza stimata del circa il 32%. La definizione di MASLD sostituisce quella di ‘steatosi epatica non alcolica’ ed è caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso a livello epatico, accompagnato da almeno uno dei criteri che definiscono la sindrome metabolica.

Tra uso di sale e aumento del rischio di MASLD esiste un’associazione dose-dipendente

La ricerca, che ha coinvolto 494.110 partecipanti con età media 56 anni, e privi di precedenti di malattie epatiche o disturbi legati ad alcol e uso di farmaci. All’interno della coorte studiata, 7.171 partecipanti hanno sviluppato MASLD durante il periodo di follow-up. È stato riscontrato che una maggiore frequenza nell’aggiunta di sale agli alimenti è associata a un aumento del rischio di malattia in modo dose-dipendente.

Tra i partecipanti che riferivano di aggiungere sale agli alimenti a volte, abitualmente o sempre, il rischio di sviluppare MASLD risultava infatti rispettivamente più elevato del 7%, 20% e 35%, rispetto a coloro che dichiaravano di non aggiungerlo mai o solo raramente.

Questa associazione è risultata più marcata nei soggetti con indice di massa corporea nella norma, e in quelli che consumano frequentemente alcol. La stessa è, inoltre, parzialmente mediata da biomarcatori metabolici e infiammatori, tra cui il fattore di crescita insulino-simile di tipo 1 (IGF-1), la proteina C-reattiva (PCR), i trigliceridi e l’urato.

Tra gli individui con MASLD già diagnosticata, l’aggiunta frequente di sale è stata inoltre associata a un rischio triplicato di sviluppare fibrosi epatica avanzata. Inoltre, è stato osservato che gli individui portatori del genotipo a rischio del gene PNPLA3 che aggiungono frequentemente sale agli alimenti presentano un rischio di MASLD più elevato.

L’eccessiva assunzione di sale favorisce resistenza insulinica, stress ossidativo e infiammazione epatica

Gli Autori hanno ipotizzato, come possibili spiegazioni dei dati di questo studio, che un’elevata assunzione di sale favorisca la resistenza insulinica, implicata nella patogenesi della MASLD; questa ipotesi sarebbe avvalorata dall’aver riscontrato che i parametri HbA1c e IGF-1 mediano, almeno in parte, l’associazione tra la frequenza di aggiunta di sale agli alimenti e il rischio di MASLD.

In secondo luogo, l’eccesso di sale può indurre un aumento dello stress ossidativo e dell’infiammazione epatica; questo risulta coerente con il riscontro secondo cui anche la proteina C-reattiva interviene nella relazione tra aggiunta di sale e rischio di MASLD.

Infine, introdurre troppo sale comporta alterazioni del metabolismo lipidico; anche questo è in linea con i risultati dello studio, e con il ruolo dei trigliceridi come mediatori del legame esistente tra aggiunta di sale e rischio di malattia epatica associata a disfunzione metabolica.

Data la sua stretta associazione con altri altre condizioni altamente prevalenti come obesità e insulino-resistenza, per il futuro si può ipotizzare un sensibile aumento della prevalenza di MASLD; pertanto l’identificazione di fattori di rischio modificabili è essenziale per riconoscere gli individui ad alto rischio, e sviluppare strategie di prevenzione e trattamenti efficaci.

I risultati dello studio suggeriscono quindi che la riduzione dell’uso di sale nell’alimentazione può rappresentare una strategia semplice e accessibile per prevenire la malattia epatica associata a disfunzione metabolica, in particolare nei soggetti geneticamente predisposti.

MASLDsale
stefania-cifani
Stefania Cifani

Giornalista scientifica e Medical writer

Articoli correlati