Le patologie cardiovascolari sono la principale causa di decessi e carico di malattia, in gran parte (circa l’80%) imputabile a fattori di rischio modificabili, come ipertensione, iperlipidemia, cattiva alimentazione e inquinamento atmosferico.
È quanto risulta da uno studio osservazionale, durato 33 anni, che ha anche evidenziato come nella maggior parte dei paesi il carico per questo tipo di patologie sia continuato ad aumentare dal 1990, a causa di una combinazione di esposizione crescente a fattori di rischio nocivi, crescita della popolazione e invecchiamento demografico. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Journal of the American College of Cardiology.
I ricercatori hanno analizzato i dati aggiornati dello studio collaborativo multinazionale Global Burden of Disease (GBD) 2023 che ha quantificato il carico globale dovuto a 375 malattie, incluse quelle cardiovascolari, e ha identificato i fattori alla base dei cambiamenti. Il GBD 2023 ha stimato il carico di malattia per le popolazioni di 204 paesi e territori, tra il 1990 e il 2023.
Il lavoro è parte di una collaborazione tra diverse realtà, JACC, National Heart, Lung, and Blood Institute, e Institute for Health Metrics and Evaluation at the University di Washington, per portare l’attenzione sul carico globale delle malattie cardiovascolari e supportare le politiche sanitarie basate sulle evidenze.
L’analisi ristretta a 18 tipologie di patologie cardiovascolari, e a 28 fattori di rischio modificabili, ha mostrato il cambiamento verificatosi nel corso di oltre tre decenni. Per esprimere il carico globale di malattia sono stati impiegati i DALY, ossia gli anni di vita corretti per disabilità (daily adjusted life years DALY), una misura combinata degli anni di vita persi per morte prematura e degli anni vissuti con disabilità.
Ipertensione, colesterolo LDL e dieta i fattori di rischio più rilevanti
Nel corso dei 33 anni la prevalenza di malattie cardiovascolari a livello globale è più che raddoppiata, passando dai 311 milioni del 1990 ai 626 milioni registrati nel 2023.
Nel 2023 inoltre le MCV sono state la principale causa di anni di vita corretti per la disabilità, con 437 milioni di DALY -in aumento di 1,4 volte rispetto al 1990- e 19,2 milioni di decessi a livello globale; cardiopatia ischemica, ipertensiva, ictus ischemico ed emorragia intracerebrale le cause principali.
Tra i fattori di rischio modificabili -che hanno rappresentato il 79,6% di tutti i DALY per le malattie CV- l’ipertensione è risultato essere la più rilevante, seguita da dieta scorretta, elevati livelli di colesterolo LDL e inquinamento atmosferico.
Parallelamente, a causa dell’invecchiamento della popolazione è aumentato (+39%) il numero di DALY per patologie cardiovascolari attribuibili a rischi metabolici, comportamentali e ambientali/occupazionali. In particolare, il maggior contribuito all’aumento del carico deriva da aumento del sovrappeso, livelli elevati di glicemia a digiuno e scarsa attività fisica. La riduzione del consumo di tabacco ha al contrario mitigato alcuni di questi effetti.
La crescita della popolazione e l’invecchiamento della popolazione sono stati i principali fattori trainanti dell’aumento del carico dal 1990, contribuendo rispettivamente con 128 milioni e 139 milioni di DALY CVD all’incremento osservato.

Sebbene la MCV restino la principale causa di carico di malattia e di mortalità, specie nelle regioni a basso e medio indice socio demografico, esiste ampia variabilità nel carico di CVD anche tra Paesi con livelli di sviluppo simili, dovuta principalmente ai fattori di rischio modificabili non controllati.
Per ridurre l’impatto delle malattie cardiovascolari servono, secondo gli autori, strategie efficaci nei sistemi sanitari e di sanità pubblica. L’adozione di politiche sanitarie mirate e di trattamenti e costo-efficaci potrebbe ridurre la mortalità prematura dovuta a malattie non trasmissibili.



