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Epatite C: un patto sociale nel futuro dei nuovi farmaci antivirali

Epatite C: un patto sociale nel futuro dei nuovi farmaci antivirali. Di questo si è discusso in occasione di un incontro a Milano, promosso da Gilead, al quale hanno preso parte infettivologi e rappresentanti dell’Associazione di pazienti Epac Onlus.

I nuovi farmaci ad azione antivirale diretta sono senza alcun dubbio in grado di modificare radicalmente la storia naturale della malattia, offrendo una possibilità di guarigione di oltre il 95 per cento. Allo stato attuale sono stati trattati oltre 32mila pazienti, scelti sulla base dei criteri stabiliti dall’Aifa che in pratica rendevano prioritario il trattamento ai pazienti più gravi. Ora però la lista dei “gravi” si sta esaurendo, e dunque è necessario riprogrammare l’accesso alle cure e stabilire altri parametri per fronteggiare una grande popolazione di pazienti con vari gradi di malattia.

È chiaro che trattare tutti i pazienti “subito”, non sarebbe sostenibile né da un punto di vista dell’assistenza sanitaria in termini di risorse umane presenti nei centri di cura, né dal punto di vista economico anche perché come ben noto ci sono altre malattie che non possono essere trascurate. Serve dunque un patto sociale che coinvolga tutti gli attori in campo ovvero istituzioni, associazioni di pazienti, enti regolatori e centri che erogano le nuove terapie e che possa servire per spiegare ai pazienti in attesa del farmaco che verranno trattati a tempo debito.

Pierpaolo Benini
Pierpaolo Benini

Giornalista - Webmaster - Fotografo