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Internet meglio dei medici di famiglia? Il coro di risposte a Giorgetti

  • Alessandro Visca
  • Sanità

“Nei prossimi 5 anni mancheranno 45 mila medici di base, ma chi va più dal medico di base? Nel mio piccolo paese vanno a farsi fare la ricetta medica, ma chi ha almeno 50 anni va su internet e cerca lo specialista. Il mondo in cui ci si fidava del medico è finito”.

Queste parole, pronunciate al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giancarlo Giorgetti, hanno sucitato un coro di reazioni in difesa della medicina di famiglia e del suo ruolo nel Servizio Sanitario nazionale.

Giulia Grillo, ministra della Salute ha replicato con un post su Facebook in cui afferma: “I medici di medicina generale sono il primo presidio di salute per i cittadini, la base e la garanzia di un sistema sanitario pubblico in grado di assistere tutti in base alle personali necessità. Per guarire non basta un click, ogni giorno 2 milioni di cittadini si recano nella rete capillare di ambulatori presenti su tutto il territorio nazionale. Dobbiamo essere orgogliosi di avere il diritto e il privilegio di poter liberamente scegliere il medico di famiglia di nostra fiducia senza pagare costose assicurazioni. Il medico che abbiamo scelto ci conosce, ci segue negli anni, è in grado di aiutarci a fare prevenzione, ascolta i nostri dubbi e ci guida indicando i più corretti percorsi terapeutici. Un professionista spesso parte della famiglia, interprete e garante dei nostri bisogni di salute. Questa relazione umana, fiduciaria, di reciproco rispetto e responsabilità non può essere sostituita dalle informazioni su internet”

Dichiarazioni accolte con favore da Filippo Anelli  presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo): “Le parole del Ministro ci rinfrancano e ci sostengono nella nostra richiesta alla politica di una reale svolta che, partendo dalla centralità della relazione di cura e dalle competenze messe a disposizione dai professionisti sanitari, sia capace di inventare un nuovo sistema di cure, che persegua obiettivi di salute e non più obiettivi economicistici di mero risparmio.”

“In particolare – prosegue Anelli – ci piace la conclusione del post, che afferma a chiare lettere che ‘Il servizio sanitario nazionale siamo noi’. Ora ci attendiamo che queste ottime intenzioni siano concretizzate, e che il Governo che verrà prosegua sulla strada, già avviata, delle riforme che stavano ad esempio, a detta degli stessi Ministri Grillo e Bussetti, portando all’abolizione dell’imbuto formativo e all’allineamento tra laurea e post lauream, avendo quest’anno già raggiunto il pareggio. Ci aspettiamo che il Ministero della Salute coinvolga i medici in tutti i tavoli dove si parla di salute, tra i quali quelli dell’Aifa sulla prescrizione e sui farmaci. Contiamo sul fatto che le Regioni, dopo il riconoscimento dato dal presidente Bonaccini ai Medici di Medicina Generale, definiti primo pilastro della sanità pubblica universalistica e primo antidoto alla medicina fai-da-te, riapriranno il tavolo di confronto con la Fnomceo per trovare soluzioni condivise alla carenza di specialisti. Noi medici, noi professionisti sanitari ci siamo, per rendere sempre migliore quel Servizio sanitario nazionale che abbiamo contribuito a costruire e sostenuto anche nei momenti più difficili”.

Un commento alle parole di Giorgetti è arrivato anche da Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), che afferma: “Non so quale realtà parallela descriva il sottosegretario. I numeri dicono che ogni giorno negli studi dei medici di famiglia del nostro Paese passano 2 milioni di italiani senza calcolare i contatti telefonici o informatici, possiamo dire che in un mese il numero dei pazienti che vediamo è pari a quello dell’intera popolazione italiana. E se il sottosegretario conoscesse meglio il Paese reale, saprebbe che ci sono sempre più italiani che faticano a curarsi per problemi economici. Per queste persone anche il ticket è un problema. Noi restiamo l’unico riferimento di assistenza aperta e gratuita. Altro che visita dallo specialista cercato su Internet: con l’aumento del ticket sulla specialistica, sono i nostri studi ad accogliere chi fa fatica a sostenere i costi”.

Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg), ha dichiarato in un’intervista al quotidiano La Repubblica. ”Intendiamo rassicurare il sottosegretario Giorgetti in merito al prematuro decesso della medicina generale che egli ha annunciato. Non solo noi medici di famiglia siamo vivi e vegeti ma siamo sicuramente il comparto di medici del servizio sanitario nazionale più attivo. Somigliamo peraltro molto a Internet nel senso che e facile raggiungerci e trovarci dappertutto. E a differenza della Rete, anche se manca la corrente e non c’è linea, i pazienti ci trovano lo stesso”.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.