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medico cura

Medico cura te stesso. Un progetto per tutelare la salute psico-fisica di MMG e specialisti

  • Alessandro Visca
  • Sanità

a cura di

Beniamino Palmieri – Università degli Studi di Modena, Dipartimento di chirurgia; Network Medico Cura Te Stesso; Network Secondo Parere

Veronica Corazzari – Network Medico Cura Te Stesso; Network Secondo Parere

Valentina Pepe – Network Medico Cura Te Stesso; Network Secondo Parere

Maria Vadalà – Università degli Studi di Modena, Dipartimento di chirurgia; Network Medico Cura Te Stesso; Network Secondo Parere

“Medico Cura Te Stesso” è un’associazione ideata, programmata e realizzata da Beniamino Palmieri dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, il cui progetto vede la sua nascita nel 2006. Questa si prefigge di studiare, prevenire e curare i disagi e le malattie dei caregivers della salute come medici, veterinari, farmacisti, laureati in scienze biomediche e paramedici. È stata infatti verificata la mancanza di un’associazione che assista i medici di ogni categoria e specializzazione, con la finalità di tutelarne l’integrità fisica e psichica partecipando a programmi di screening sulla salute, sottoponendosi a periodici controlli, e valutando l’efficacia di protocolli di prevenzione e di terapia, anche sperimentando su se stessi o sui propri familiari l’efficacia, nell’ottica di un continuo miglioramento delle prestazioni professionali nel rapporto medico-paziente.

Tale strategia stimola la creatività e la cultura dei caregivers indirizzandoli alla formulazione di nuovi farmaci, medical devices, strumenti diagnostici “point of care” e prodotti curativi, inclusi composti nutraceutici, cosmeceutici, non convenzionali, prodotti individualmente su prescrizione galenica, o industrialmente con particolare riferimento ad aree cliniche orfane di cura, e nicchie di utilizzo di cui l’industria farmaceutica non percepisca tempestivamente l’esigenza, per il bene della comunità. Sempre nell’ambito di tale progetto, è stata creata una banca dati condivisa che fornisca in tempo reale a tutti gli aderenti un supporto conoscitivo e un pratico indirizzo per risolvere con la massima competenza e tempestività problemi clinici individuali emergenti, complessi o di difficile soluzione.

 Il medico cultore di uno stile di vita sano, ma anche artista

“Medico Cura Te Stesso” è centrato, tra le altre attività, su iniziative concrete rivolte allo stile di vita, nutrizione, efficienza fisica programmata e ben dosata, offrendo ai medici occasioni di svago ludico e anche di training; inoltre si indirizza anche alla valorizzazione della creatività scientifica e artistico-umanistica multimediale a difesa delle capacità mnemonico-cognitive e intellettuali del soggetto. Ciò è un efficace e potente antidoto contro l’involuzione mentale del medico indirizzato al pensionamento, il cui patrimonio professionale viene reso disponibile attraverso opere anche di volontariato formativo per le più giovani generazioni di professionisti e per soggetti indigenti (ambulatori per immigrati ecc.). Le iniziative di volontariato e di solidarietà, reciproca o verso le frange deboli della società, arricchiscono ed equilibrano tutte le fasi cronologiche della longevità professionale.

Vengono stimolate produzioni di carattere artistico multimediale, sia letterarie che figurative (pittura, scultura, fotografia) da esporre ai periodici meeting e convegni nazionali, seminari, dibattiti e talk-show televisivi che vengono realizzati anche con il coinvolgimento del pubblico su temi di igiene e prevenzione, epidemiologia e cura. Le opere artistiche rappresentano un’ideale espressione di relazione medico-paziente (spesso vengono esposte nelle sale d’attesa per esempio) e facilitano lo scambio di informazioni, di emozioni e la partecipazione reale del Medico alla realtà di cui si prende cura.

Un servizio fondamentale: aiutare il medico

Il progetto “Medico Cura Te Stesso” vuole essere principalmente un servizio per la salute dei medici, anche in pensione, che spesso sottovalutano i propri problemi. Dalla letteratura scientifica emerge come i medici tendono a trascurare la propria salute, non si concedono periodi di riposo quando sono malati, e trascurano i momenti di relax, i propri hobby e attitudini artistiche. È necessario dunque che essi prendano coscienza dei propri limiti e siano consapevoli dei rischi professionali di errore cui ci si va incontro per sovresposizione allo stress lavorativo. I professionisti della salute, nonostante accusino livelli di mortalità inferiori rispetto alla media della popolazione, hanno però, maggiori fattori di rischio su affezioni di natura fisica e psicologica rispetto alla popolazione non medica: tra questi, una o più delle tre “D” ovvero “Drugs, Drink and Depression”. Sono insidie ricorrenti e temibili da prevenire con uno stile di vita probo e salubre.

In relazione a questi problemi molte organizzazioni mediche e autorità sanitarie in tutto il mondo, comprese Canada, Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Irlanda, hanno adottato misure volte a ottimizzare la cura della salute dei loro stessi medici focalizzando l’attenzione sulla prevenzione dello stress e delle malattie mentali, nonché fisiche. Risulta quindi fondamentale esorcizzare quell’aura di invulnerabilità intrinseca nella concezione del medico, offrendo un concreto supporto alla profilassi, diagnosi e cura nei casi più difficili o complessi.

Altro elemento fondante di “Medico Cura Te Stesso” è il supporto e il recupero di sindromi professionali di recente accezione sociologica, quali la sindrome del Burnout cioè della frustrazione, caratterizzata da eccessivo stress lavorativo, esaurimento psicofisico e involuzione comportamentale professionale di carattere difensivo (distacco emotivo dal paziente assistito, cinismo, rigidità); la sindrome del Mobbing, caratterizzata da conflittualità in ambito professionale con tendenza all’emarginazione ed esclusione del medico dal proprio ambiente di lavoro. Queste vengono prevenute e combattute energicamente dall’Associazione.

L’importanza dell’autosperimentazione

Nell’ambito di questo network etico–formativo di mutuo aiuto tra medici per la tutela, prevenzione e cura della propria integrità fisica e psichica, l’autosperimentazione di farmaci e presidi diagnostici si configura come un ulteriore elemento caratterizzante tale circuito.

Da un lato l’autosperimentazione offre la concreta possibilità di migliorare l’approccio del caregiver verso il paziente, poiché il medico negligente verso se stesso potrebbe compromettere la salute del paziente. Dall’altro lato, invece, avere un buon approccio verso la propria patologia, e quindi ricorrere anche all’autoprescrizione, fa sì che il medico sia professionalmente più attivo. La letteratura scientifica suggerisce che questa sia una pratica molto utilizzata nella storia della medicina. Nella quasi totalità delle autosperimentazioni sono stati prodotti risultati positivi, mentre nel caso di fallimenti, gli studi svolti hanno potuto comunque indirizzare la Comunità scientifica verso indagini scientifiche successive.

Il vantaggio dell’autosperimentazione sarebbe quello di produrre risultati positivi sortiti dall’intuizione di qualche medico, come avveniva in passato, piuttosto che andare a tentativi in laboratori di ricerca. Alcuni bias legati all’autosperimentazione potrebbero essere legati alla risposta soggettiva da parte del medico sperimentatore verso il principio attivo utilizzato, sia in termini di idiosincrasia, di sensibilizzazione, che di effetto placebo, che però potrebbero essere svelati mediante ripetizioni multiple della pratica e mediante un’attenta analisi critica degli effetti autoprodotti. Ogni ricercatore deve chiedere alla sua coscienza se sia legittimo o meno subire da se stessi ciò che vorrebbero inculcare agli altri in termini di sofferenza, rischio e beneficio.

Nell’ambito dell’Associazione, il progetto si fonda sull’identificazione in tutto il territorio nazionale di una coorte di medici affetti da uno stesso problema, autopraticando su questo gruppo selezionato, uno studio che esprima tutti i requisiti di rigore metodologico ed efficacia delle normali sperimentazioni cliniche. I benefici che se ne potranno avere sono di vitale rilievo in termini di rigore etico e di piena comprensione di una procedura sperimentale, ma soprattutto potranno arricchirsi di informazioni supplementari connesse alla percezione soggettiva del medico, rafforzata dalla sua cultura ed esperienza clinica. Si creerà in tal modo la premessa per un migliore e più efficace dialogo tra medico e paziente specie in ordine al counselling dei prodotti autosperimentati utili anche a un’umanizzazione della medicina.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.networksecondoparere.it oppure la pagina Facebook e il gruppo Linkedin “Medico Cura Te Stesso”.

 

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.