Casa Sollievo della Sofferenza, installata l’ultima versione del robot da Vinci
L’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo dispone da qualche settimana dell’ultima versione del robot chirurgico “da Vinci”, denominata “Xi” per la chirurgia minivasiva. La piattaforma robotica utilizza quattro braccia teleguidate dal chirurgo che esegue l’intervento, assistito dal secondo operatore, al quale spetta il compito di inserire gli strumenti nel paziente e curarne il posizionamento.
“I vantaggi di questa tecnologia sono numerosi – sottolinea Marco Taurchini, chirurgo toracico e direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Ospedale di San Pio –. Con l’ausilio del robot il gesto chirurgico è più preciso: si elimina il tremolio fisiologico della mano, si riduce il sanguinamento e l’impatto estetico delle incisioni. Diminuiscono i rischi di infezione post-operatoria, con tempi di degenza e recupero decisamente inferiori. Ad oggi il robot “da Vinci” viene utilizzato dalle Unità di Urologia, Ginecologia, Chirurgia Addominale, Chirurgia Toracica e Otorino-Maxillofacciale, ma esistono già manifestazioni di interesse da parte della Cardiochirurgia e della Chirurgia Senologica”.
Casa Sollievo della Sofferenza è un ospedale ad elevata specializzazione, riconosciuto dal 1991 come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. L’Ospedale con 884 posti letto, nel 2019 ha eseguito circa 54.000 ricoveri fornendo più di un milione di prestazioni ambulatoriali nell’anno.
“Installando anche la quarta generazione del robot chirurgico possiamo proseguire un percorso innovativo che è iniziato nel febbraio del 2010, quando eravamo l’unico istituto ospedaliero del Centro Sud ad aver sviluppato una piattaforma robotica utilizzata da diverse unità operative – ha spiegato Antonio Cisternino, direttore dell’Unità di Urologia dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza –. Investendo nella robotica chirurgica, in questi 11 anni, abbiamo incrementato le competenze di chirurghi, anestesisti, strumentisti e infermieri di sala operatoria fino a formare un gruppo in grado di diventare punto di riferimento nel territorio per le metodiche di chirurgia mininvasiva, sempre più richieste dai pazienti. Solo in ambito urologico, ad esempio, basti pensare che ormai più del 90% delle prostatectomie sono realizzate col robot chirurgico, con ottimi risultati. È fondamentale proseguire su questa strada poiché aumentano sempre di più le indicazioni ad intervenire chirurgicamente con il robot, per diverse patologie ed in diverse specialità. E poi perché, in un futuro non proprio lontano, quando la telemedicina avrà preso finalmente piede, con queste tecnologie e sistemi di connessione dati ad elevata capacità, potremmo persino eseguire interventi chirurgici col paziente a distanza di diversi chilometri.”