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Mal di schiena, buoni risultati della fisioterapia in acqua

In uno studio clinico randomizzato su 113 individui con mal di schiena cronico, una fisioterapia di tre mesi svolta in acqua ha avuto risultati migliori su dolore, funzionalità, qualità della vita, qualità del sonno e stato dell’umore rispetto ad altri approcci terapeutici non farmacologici. Gli effetti positivi si sono mantenuti anche al controllo dopo un anno.

Gli esercizi in acqua confrontati con stimolazione elettrica e terapia termica

Lo studio, pubblicato su JAMA Network Open ha assegnato casualmente i pazienti con lombalgia cronica a un programma di fisioterapia praticata in piscina oppure a stimolazione nervosa transcutanea e terapia termica a raggi infrarossi. Entrambi gli interventi sono stati eseguiti per 60 minuti due volte a settimana nell’arco di 3 mesi.

L’outcome principale dello studio era il livello di disabilità, misurato utilizzando il Roland-Morris Disability Questionnaire. Gli outcomes secondari includevano: l’intensità del dolore, la qualità della vita, la qualità del sonno, la minima differenza clinicamente rilevante e infine il grado di raccomandabilità dei diversi tipi di trattamento.

Dei 113 partecipanti allo studio, con un’età media di 31 anni, 59 erano donne. I pazienti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo di fisioterapia in acqua (n = 56) o al gruppo delle altre modalità di terapia fisica (n = 57) e 98 pazienti (86,7%) hanno completato il follow-up di 12 mesi.

I partecipanti al gruppo di esercizi terapeutici acquatici hanno iniziato l’esercizio con una sessione di riscaldamento attivo di 10 minuti per migliorare l’attivazione neuromuscolare. Quindi, hanno eseguito una sessione in acqua per 40 minuti e una sessione di raffreddamento di 10 minuti. Il carico degli esercizi era calibrato sullo sforzo sopportabile dal singolo paziente.

Rispetto al gruppo delle altre modalità di terapia fisica, il gruppo che ha svolto esercizi in acqua ha mostrato un maggiore alleviamento della disabilità, con differenze medie di gruppo aggiustate di -1,77 (IC 95%, da -3,02 a -0,51; P = .006) dopo l’intervento di 3 mesi, differenze medie di -2,42 (IC 95%, da -4,13 a -0,70; P = .006) al follow-up a 6 mesi e differenze medie di  -3,61 (IC 95%, da -5,63 a -1,58; P = .001) al 12° mese di follow-up. Gli autori scrivono che:

Questi risultati possono incoraggiare i medici a raccomandare la fisioterapia in acqua ai pazienti con lombalgia cronica, con un approccio che  punta sull’esercizio attivo, in alternativa al rilassamento passivo.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.