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Play4Physio, il videogioco diventa fisioterapia personalizzata  

Play4Physio è un progetto nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di informatica dell’Università degli Studi di Milano e il Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi del Policlinico di Milano, con l’obiettivo di utilizzare i videogiochi per far eseguire ai pazienti emofilici un programma di movimento fisico personalizzato, messo a punto dai fisioterapisti. Il progetto è realizzato con il contributo di Fondazione di Comunità Milano. (www.fondazionecomunitamilano.org)

Dragan Ahmetovic, ricercatore dell’EveryWare Lab, Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Milano racconta come è stato sviluppato il sistema:

il progetto Play4Physio nasce dall’esigenza dei pazienti di fare esercizi fisici, anche a domicilio, in un periodo, come quello della pandemia da COVID-19, in cui non è stato possibile fare un programma di esercizio presso il Centro. Per questa funzione vengono solitamente utilizzati gli Exergame, ovvero dei videogiochi che hanno l’obiettivo di far interagire l’utente col gioco attraverso movimenti del corpo, invece che con mouse, joystick o touchscreen. Tuttavia, sviluppare appositamente dei videogiochi a questo scopo è molto complesso, e ancor più complesso è creare un gioco che sia interessante e coinvolgente, e che allo stesso tempo faccia esercitare in maniera appropriata ed efficace persone con esigenze diverse. Da questa problematica è nata la nostra proposta di utilizzare videogiochi esistenti, sicuramente coinvolgenti e personalizzarli.”

“Il vantaggio di questo sistema – aggiunge Ahmetovic – è che non bisogna modificare i giochi. Questo sistema infatti sostituisce l’interazione sullo schermo dello smartphone, con il riconoscimento dei movimenti fatti dalla persona. Il gioco è scelto in base agli interessi del paziente, mentre i movimenti sono definiti in base alle esigenze riabilitative. Il sistema permette di associare i movimenti scelti con le attività del gioco stesso”.

Il progetto Play4Physio prevede anche l’implementazione di un sistema di controllo per verificare la frequenza e le modalità di utilizzo del programma. “L’obiettivo – spiega Ahmetovic – è capire se la persona che utilizza il sistema lo utilizza con regolarità e frequenza, e se effettivamente c’è un’adesione al protocollo di esercizi assegnati. Più avanti, in un secondo momento, vorremmo anche capire se gli esercizi sono svolti correttamente, quindi se il movimento risulta effettuato in maniera appropriata.”

La reazione dei pazienti e dei medici curanti

“Il sistema Play4Physio è risultato fruibile, accessibile e accattivante, dando la possibilità a tutti, in modo semplice, di mantenere alta l’attenzione sullo scopo principale: l’educazione al movimento”, afferma Elena Boccalandro, fisioterapista e osteopata, presso il Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico.

“Nel 2021 abbiamo cominciato a collaborare con il dottor Ahmetovic e il suo Dipartimento in vari progetti, – aggiunge Roberta Gualtierotti, professoressa associata di Medicina Interna dell’Università degli Studi di Milano e medico del Centro Emofilia e Trombosi del Policlinico di Milano, diretto dalla Prof.ssa Flora Peyvandi – Questo progetto in particolare ci ha permesso di realizzare un approccio multidisciplinare al paziente emofilico, coinvolgendo gli esperti di informatica nella soluzione al problema e nella costruzione del percorso. La particolarità del progetto è che permette al paziente di qualsiasi età di scegliere il tipo di gioco che preferisce. Gli informatici sono in grado di adattare i movimenti del personaggio del gioco in modo che il paziente esegua il movimento che viene deciso insieme alla fisioterapista, secondo le sue esigenze specifiche. Quindi si tratta di una doppia personalizzazione, sia dell’utilizzo del gioco, sia dell’esercizio riabilitativo.”

Nuove tecnologie pensate per le esigenze del paziente

Il sistema Play4Physio apre interessanti prospettive sull’uso di tecnologie video e di monitoraggio per programmi di movimento. “La qualità dell’esercizio – spiega Gualtierotti – è un obiettivo complesso, ancora più complesso da valutare. Uno dei nostri obiettivi è utilizzare tecnologie avanzate in modo innovativo, fornire al paziente uno strumento in grado di farlo stare meglio, ma che si basi su evidenze cliniche e scientifiche.”

“Il concetto sempre più evidente – aggiunge Boccalandro – è che i nostri pazienti devono diventare più protagonisti, gli strumenti che mettiamo a loro disposizione devono avere lo scopo di renderli autonomi e indipendenti.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.