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Occhio secco, migliorare i percorsi di cura con la medicina narrativa

Migliorare i percorsi di cura e la relazione medico e paziente nella malattia dell’occhio secco. È questo il principale obiettivo del progetto DINAMO – Dry Eye: Narrative Medicine for Ophthalmology, realizzato da ISTUD Sanità e Salute con il supporto di Bausch & Lomb. Il progetto si svilupperà nei prossimi mesi con il coinvolgimento di quaranta centri di riferimento per la cura della malattia dell’occhio secco sull’intero territorio italiano.

La malattia dell’occhio secco (dry eye disease) è una condizione cronica, progressiva e ampiamente diffusa con un forte impatto sulla vita quotidiana delle persone che ne sono affette, e che tuttavia continua a essere sottovalutata e non adeguatamente diagnosticata e trattata. Il progetto DINAMO si propone di studiare la malattia attraverso la raccolta di testimonianze dei pazienti, delle famiglie coinvolte e degli oftalmologi. Come spiega Maria Giulia Marini, Direttore Scientifico di ISTUD Sanità e Salute

La ricerca narrativa deve tenere in considerazione le diverse prospettive, al fine di co-costruire un percorso di cura personalizzato e condiviso. Riuscire a comprendere il vissuto dei pazienti, consente di aumentare l’alleanza terapeutica.”

Stefano Bonini, direttore del reparto di Oftalmologia e della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, aggiunge

la capacità di riuscire a creare un’empatia col paziente, mettere in relazione la sua condizione oculare con quelle generali è originale; spesso noi oculisti trascuriamo queste ultime, perché ci focalizziamo meramente sull’occhio.”

Maurizio Rolando, Professore di Oftalmologia presso l’ISPRE Oftalmica di Genova, spiega:

la malattia dell’occhio secco è una patologia complessa che talvolta non si limita alla superficie oculare e non coinvolge solo chi ne è affetto, ma si allarga all’ambito familiare e a quello lavorativo. Conoscere le difficoltà presenti e passate del paziente nelle differenti situazioni socio-ambientali può essere molto importante per pianificare una strategia terapeutica di reale utilità. Questo è il ruolo della medicina narrativa: entrare nelle difficoltà giornaliere del paziente, per conoscerne la storia spesso molto – troppo – lunga, alleviarle e, se possibile, prevenirle.”

Pasquale Aragona professore di Oftalmologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Messina, conferma:

noi oftalmologi ci confrontiamo con la malattia in una maniera spesso anche raffinata, però, a volte, teniamo poco conto dell’impatto che questa ha sui nostri pazienti. Per questo motivo il progetto DINAMO suscita un notevole interesse: perché evidenzia aspetti che spesso noi clinici trascuriamo o consideriamo solo in modo superficiale; grazie alla medicina narrativa, potremo finalmente focalizzarli e approfondirli, per conoscere meglio i nostri pazienti e non solo i loro occhi.”

Linda Landini, Medical Affairs Manager e Direttore Scientifico Bausch & Lomb conclude:

attraverso la medicina narrativa, il progetto DINAMO pone il paziente con malattia dell’occhio secco al centro del percorso di cura, confermando ancora una volta l’attenzione di Bausch & Lomb verso i bisogni di paziente, caregiver e oftalmologo nella pratica clinica quotidiana. Costituisce, inoltre, una metodologia in grado di migliorare i percorsi di cura e rafforzare la comunicazione medico-paziente nell’ottica di promuovere una migliore efficacia terapeutica e una maggiore aderenza alla terapia.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.