Skip to content
medico paziente

Rapporto Censis, gli italiani e la sanità del futuro

  • Silvia Pogliaghi
  • Sanità

Fiducia nei medici e buon rapporto con l’innovazione digitale, purché non vada a scapito del rapporto personale con il medico. L’indagine Censis Janssen realizzata per l’Italian Health Day sembra ribaltare alcuni luoghi comuni su cittadini e medicina. Scienza e medicina per la grande maggioranza degli italiani rimangono un bene prezioso da difendere e una speranza per il futuro.

A cura di Silvia Pogliaghi

I cittadini italiani si aspettano una sanità migliore: innovativa, collaborativa e personalizzata, così come viene fotografata dal Rapporto Censis Janssen, presentato a Roma nei giorni scorsi. Dal Rapporto emerge un quadro dove i cittadini sono coinvolti, cercano informazioni e vogliono partecipare alle decisioni in merito alla propria salute, anche dialogando con i medici, che rimangono al centro dei processi sanitari, perché sono percepiti come la migliore garanzia di tutela della salute.

Confermata la fiducia ai medici

Dal Rapporto emerge con chiarezza che cittadini che, dopo due anni di pandemia, hanno riconfermato la loro fiducia alla scienza. Infatti, per il 93,9% degli intervistati i medici devono essere messi al centro della sanità del futuro e il 92,1 % degli intervistati (Figura 1) dichiara di aver fiducia in loro.

Il rapporto con il medico di famiglia

Nel giudizio dei cittadini, (Figura 2) molto conta il rapporto quotidiano con il proprio medico di medicina generale: il 67,7% dei cittadini afferma che il proprio medico di medicina generale valuta sempre con attenzione i sintomi, il 50,4% lo reputa attento agli aspetti psicologici e relazionali, il 50,6% rileva che si informa e lo segue anche se si rivolge ad uno specialista o è ricoverato in ospedale. E anche nel salto nella digital health persiste la buona relazionalità, visto che al 64,2% degli italiani capita di contattare un medico tramite WhatsApp o altro programma di messaggistica ed al 18,7% di fare online visite mediche, consulti e assistenza, incontri con il proprio Mmg. In sintesi, per i cittadini il medico è figura decisiva della sanità, anche perché garanzia che il digital non sostituirà mai lo human factor: oltre 8 italiani su 10 ne sono convinti.

Daiana Taddeo, Medico di Medicina Generale, Area Ricerca Nazionale SIMG (Società italiana di Medicina Generale e Cure Primarie), commenta:

Il 92,1% degli italiani che hanno fiducia nei medici è un dato fondamentale del Rapporto Censis Janssen e rappresenta, come una cartina al tornasole, quanto realmente i cittadini italiani hanno potuto apprezzare nella qualità delle cure offerte dai medici specialisti e dai medici di medicina generale. È stato molto importante in questi ultimi anni essere sempre più solerti alle competenze umane e relazionali, che sono fondamentali nel rapporto medico/paziente e credo che negli ultimi anni molto abbia fatto il cercare di migliorare la comunicazione con i pazienti.

“Prevenzione significa tutela della salute; altresì, la stratificazione dei bisogni affidata alle cure primarie è oggi argomento indifferibile ed urgente. Per questo motivo, conclude Daiana Taddeo – è auspicabile che le cure primarie del domani debbano cominciare tenendo in considerazione i programmi di diagnosi precoce per poter appunto prevenire pur valutando le dinamiche quotidiane fatte di esiti e sostenibilità economica”.

Comunicazioni sempre più digitali

Il Rapporto restituisce inoltre, un’istantanea di italiani  (Figura 3) che hanno dimestichezza con il digitale in Sanità: 7 cittadini su 10 prenotano online o tramite smartphone visite o accertamenti diagnostici; il 64,2 degli intervistati contatta il medico tramite wathsapp o programmi di messaggistica on line o altro; 1 cittadino su 3 usa App sullo smartphone per misurare valori relativi al suo stato fisico; il 18,7% usa fare visite e consulti on line come visita dal proprio medico, elettrocardiogramma, Holter, EGC con monitoraggio ritmo cardiaco 24 H.

Liberare i medici dalla burocrazia

Inoltre, per garantire un servizio pienamente dedicato alla tutela della salute il 94,7% (Tabella 1) dei cittadini chiede che i medici siano liberati dagli attuali eccessivi carichi burocratico-amministrativi restituendogli il tempo dedicato alla cura dei pazienti e che sia favorito e supportato il loro passaggio al digitale.

 

L’ecosistema della sanità, l’innovazione tecnologica e la sfida dell’invecchiamento

Il ruolo dell’innovazione per i cittadini italiani è cruciale al fine di un miglioramento della sanità italiana; infatti, 9 cittadini su 10 hanno fiducia nella ricerca scientifica e credono che la spesa per la salute rappresenti un investimento e non un costo, nell’ottica di una cooperazione tra istituzioni (Stato) e industria farmaceutica, dove quest’ultime godono della fiducia di 2 italiani su 3. Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, commenta

“La figura del medico di medicina generale emerge come una figura di rinnovata centralità e di garante; in una prospettiva futura dove, il messaggio forte che il Rapporto evidenzia è la sfida che abbiamo di fronte dovuta agli scenari demografici. La popolazione anziana sarà sempre più consistente, con un maggior numero di persone non autosufficienti, con malattie croniche e che hanno bisogno di un monitoraggio costante. Per queste ragioni, dobbiamo immaginare una sanità diversa da quella del passato, la dobbiamo immaginare come un ecosistema di soggetti, di cui ognuno dà il suo contributo per le diverse responsabilità e con le diverse competenze”.

La leva finanziaria non basta a risolvere i problemi della sanità

“Tutti noi veniamo da un recente passato in cui si pensava che i problemi della sanità sarebbero stati affrontati e risolti solo con la leva finanziaria- prosegue Valerii – cioè una finanziarizzazione della sanità, sia dal punto di vista dell’offerta delle prestazioni sanitarie, sia della domanda di salute: dal punto di vista dell’offerta, perché veniamo da misure di contenimento della spesa pubblica vedi spending review e piani di rientro del deficit sanitario; dal punto di vista della finanza si è provato a ridurre le risorse a disposizione; anche dal punto di vista della domanda, cioè dei cittadini, a causa del razionamento delle prestazioni sanitarie: pensiamo alla lungaggine delle liste d’attesa; ci si è rivolti ancora una volta alla leva finanziaria, con le polizze sanitarie complementari e a fondi sanitari integrativi.

La lezione della pandemia è stata fondamentale. Sappiamo che la leva finanziaria non basterà per affrontare le sfide future, che si possono tuttavia risolvere se concepiamo il Servizio Sanitario come un ecosistema di soggetti, dove, da una parte ci sono i medici e dall’altra ci sono l’innovazione tecnologica ed organizzativa, oltre al contributo che possono dare i farmaci di nuova generazione”.

“Innovazione significa tecnologie organizzative e significa anche ricerca e sperimentazione di nuovi farmaci, che siano efficaci sia in ambito terapeutico sia in ambito della prevenzione. Pensiamo al ruolo svolto dai vaccini in questo ultimo periodo di emergenza sanitaria. Pensiamo alla telemedicina. Le persone con malattie croniche aumenteranno e quindi ci sarà bisogno di monitoraggi continui, che si possono fare anche a distanza. Al centro non ci deve essere la struttura, l’ospedale, ma saranno i bisogni dei pazienti ad essere al centro e quindi, la vera sfida sarà l’innovazione tecnologica e organizzativa, di un sistema sempre più paziente centrico e con maggiore prossimità delle cure”.

Prevenzione al centro della sanità futura

“La prevenzione è – continua Massimiliano Valerii –  insieme alla personalizzazione delle cure e dell’assistenza, l’altra gamba fondamentale per la sanità del futuro.  Nonostante la ‘pausa’ che la pandemia ci ha imposto, veniamo da un periodo di costante e prolungato aumento di prospettiva di vita. Grazie ad una medicina più efficace e farmaci più efficaci; tuttavia l’auspicio è che allungamento dell’aspettativa di vita coincida anche con più anni passati in buona salute. E la prevenzione, in questo obiettivo, ci aiuta.

 

“La prevenzione passa, ancora una volta, da una forte alleanza tra medico di medicina generale e paziente. Lo si evince anche dalla consapevolezza nell’opinione pubblica. Nel Rapporto abbiamo misurato che l’82% dei cittadini conosce l’importanza di adottare comportamenti salutari: buona alimentazione, una regolare attività fisica, evitare il consumo di fumo e di alcol. Il 66,5 % dei cittadini svolge abitualmente visite specialistiche o accertamenti diagnostici a scopo di prevenzione, quindi c’è una forte propensione ad essere attenti alla prevenzione, e naturalmente, questo ruolo attivo dei cittadini si rafforza nell’alleanza con il medico, che deve raccomandare comportamenti salutari e prescrivere gli accertamenti diagnostici e le visite specialistiche in chiave di prevenzione”.

 

 

Pogliaghi
Silvia Pogliaghi

Giornalista scientifica, specializzata su ICT in sanità.