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Ricerca clinica: un volano di innovazione e sviluppo per l’Italia

Il nostro Paese è all’avanguardia della ricerca clinica: quasi un quarto delle sperimentazioni approvate nell’intera Unione Europea sono italiane, con 35mila pazienti arruolati in 672 trial, stando ai dati raccolti nel 2019 dal rapporto ALTEMS, pubblicato nel 2022.

Se ne è parlato nel corso del recente Forum Incyte sulla ricerca clinica in Italia. “Promuovere la leadership dell’Italia: obiettivi e prospettive per il futuro”, organizzato dalla società biotech statunitense Incyte in occasione dell’inaugurazione della sua nuova sede di Milano, alla presenza di numerosi esponenti della politica, del mondo medico, universitario e industriale.

Lo sviluppo della ricerca clinica ha un effetto positivo anche sui costi della sanità

L’onorevole Marco Osnato (FdI), Presidente della Commissione Finanze della Camera, ha dichiarato:

il rapporto annuale 2021 del Laboratorio sul Management delle Sperimentazioni Cliniche del centro ALTEMS dell’Università Cattolica fa giustamente luce su alcune verità spesso trascurate nel dibattito pubblico italiano, che pure in materia sanitaria avrebbe dovuto imparare la dura lezione del Covid. Il comparto delle sperimentazioni è non soltanto di grande rilevanza in termini di volume d’affari, ma anche per l’impatto indiretto, altrettanto fondamentale, sulla riduzione dei costi che il SSN deve sopportare. L’innovazione aiuta a spendere meno per fare meglio, contrariamente ad alcune pratiche ancora troppo diffuse nella pubblica amministrazione. L’auspicio è che, grazie all’impegno del Legislatore e della Pubblica Amministrazione, le virtù economiche di questa filiera possano espandersi anche al di fuori dell’ambito sanitario. Basti guardare all’efficacia con cui le multinazionali collaborano tra loro nonostante siano concorrenti nel mercato, alla spinta di tante piccole aziende, fornitrici e clienti, verso la crescita e l’internazionalizzazione, ai modelli di business capaci di dare alla ricerca di base una chiara applicazione industriale. Tutte cose di cui avremo sempre più bisogno per il successo del sistema-Paese”.

Oncologia e onco-ematologia sono i settori in cui si investe di più

Di grande rilevanza nella ricerca clinica italiana sono i settori dell’oncologia e dell’onco-ematologia, che rappresentano il 50% circa degli studi e i due terzi circa degli investimenti, seguiti dall’immunologia (8%). Positivo anche il trend degli arruolamenti nel campo delle malattie virali, trainati anche dall’interesse sul COVID-19, delle malattie ematologiche e dell’apparato digerente.

Jonathan E. Dickinson, executive vice president e general manager per l’Europa di Incyte, ha commentato:

l’Italia è un Paese strategico per la grande qualità e gli elevati standard di ricerca e delle Accademie che fanno da supporto ai nostri trial clinici. Si è distinta non solo a livello europeo ma anche globale per la capacità di fornire gli strumenti e per lo sviluppo delle nostre soluzioni terapeutiche innovative, questo ad assoluto vantaggio dei pazienti e dei loro bisogni insoddisfatti, della classe medica e delle Istituzioni per l’accesso a queste terapie. Da 20 anni, Incyte segue la scienza per trovare soluzioni per i pazienti con bisogni medici critici e si pone l’obiettivo di concentrarsi su aree in cui poter avere un impatto significativo, indipendentemente dalla malattia o dalle dimensioni della popolazione di pazienti. E in questo l’Italia sta dimostrando di essere un esempio e un paese di grande valore.”

Da rilevare anche la grande importanza economica delle ricerche cliniche. Sempre secondo il rapporto, per ogni euro investito dalle aziende sponsor nei trial, il vantaggio complessivo per il Sistema sanitario nazionale è di quasi tre euro e può arrivare a 3,44 euro se si considerano anche gli studi monobraccio o con placebo. Se si considera che gli investimenti complessivi nelle sperimentazioni da parte delle aziende farmaceutiche nel nostro paese arriva a 700 milioni di euro all’anno, il ritorno per il SSN è di circa due miliardi di euro. In questo quadro s’inserisce l’impegno di Incyte, che destina una notevole quota del fatturato al finanziamento delle ricerche cliniche per lo sviluppo di terapie innovative in Italia.

Onofrio Mastandrea, regional vice president e general manager di Incyte Italia, ha aggiunto:

Incyte si posiziona tra le prime aziende che investono maggiormente in ricerca clinica, come si evince dal rapporto di Aifa sulla sperimentazione clinica in Italia. Attualmente, l’azienda è attiva nell’area onco-ematologica e dermatologica e conta 19 molecole target in sviluppo in Italia su venticinque totali, 60 studi clinici avviati, di cui 25% in fase I; circa 400 centri ospedalieri coinvolti in sperimentazioni, con oltre 650 pazienti inclusi nei programmi di ricerca clinica. Noi lavoriamo per implementare programmi e iniziative per rendere più equo e agevole l’accesso dei pazienti ai farmaci. Il Sistema Italia ha un ruolo chiave nello sviluppo dei nostri farmaci, grazie alla implementazione di un piano molto ampio di trial clinici. La nostra realtà si prefigge l’obiettivo di rappresentare un esempio virtuoso di fare azienda, facilitando la messa a sistema di un team di ricercatori che segue la scienza, per trovare soluzioni a bisogni medici insoddisfatti, attraverso un dialogo aperto con i pazienti, la comunità scientifica e i rappresentati istituzionali”.

Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico