Supporto nutrizionale al paziente oncologico, perché va inserito nei Lea
Nei pazienti oncologici la malnutrizione, riscontrata già alla diagnosi nel 30% circa dei casi, è una “malattia nella malattia” che aumenta di 2,6 volte il tasso di mortalità, di 3 volte il tasso di complicanze e del 30% la durata della degenza ospedaliera. Un appropriato percorso nutrizionale migliora la qualità della vita dei pazienti e può influire positivamente sugli esiti delle terapie. Tuttavia, spesso lo stato nutrizionale del paziente non viene adeguatamente valutato e molti malati di tumore non ricevono l’adeguato supporto nutrizionale, con un accesso ancora limitato agli Alimenti a fini medici speciali (AFMS).
Su questo tema si è svolto l’incontro Screening precoce e supporto nutrizionale del paziente oncologico: a che punto siamo? organizzato nella sala capitolare del Senato dalla Senatrice Tilde Minasi, presidente dell’Intergruppo parlamentare “Oncologia: prevenzione, ricerca e innovazione”. L’appuntamento, a cui hanno partecipato rappresentanti di Istituzioni, Società scientifiche e Associazioni dei pazienti ha posto l’accento sull’urgenza dell’integrazione dei Supplementi Nutrizionali Orali nei percorsi di cura oncologici. La senatrice Minasi in apertura dell’incontro, ha dichiarato:
È fondamentale che le Istituzioni siano sempre più sensibili al tema della nutrizione del paziente oncologico. L’equità dell’accesso ai supplementi nutrizionali orali (ONS) per tutti i pazienti oncologici in Italia è essenziale per garantire la prosecuzione delle terapie salvavita cui essi devono sottoporsi. Appare dirimente ed eticamente necessario fornire risposte concrete in termini di piena rimborsabilità da parte del SSN degli ONS e degli AFMS, garantendo screening nutrizionali sempre più capillari, da effettuarsi immediatamente dopo la diagnosi di tumore.
il professor Maurizio Muscaritoli, presidente della SINuC, Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo, ha detto:
fortunatamente negli ultimi anni la consapevolezza dell’importanza della nutrizione nei pazienti con tumore, per tollerare meglio le cure, sta aumentando. Oggi quando parliamo di alimentazione e nutrizione in questo paziente, non si parla soltanto di benessere, ma delle possibilità che il malato ha di essere adeguatamente curato e di considerare il supporto nutrizionale come parte integrante del percorso terapeutico.”
“Un altro aspetto importante – ha aggiunto Muscaritoli – è quello di arricchire il curriculum dei medici laureandi con elementi di nutrizione clinica, per dare loro una base di conoscenza che gli permetta di valorizzare gli strumenti utili a riconoscere precocemente la condizione e contrastare, eventualmente, le forme debilitanti.”
La dottoressa Laura Del Campo, direttore della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in Oncologia (FAVO) ha ricordato:
l’appropriato e tempestivo supporto nutrizionale è fondamentale per una corretta presa in carico del paziente, punto già emerso nella carta dei diritti del paziente oncologico pubblicata da FAVO nel 2016 e ad oggi ancora disattesa in troppe realtà.”
“Riteniamo – ha aggiunto Del Campo – che i pazienti abbiano il diritto alla corretta informazione, al counseling nutrizionale, allo screening e al monitoraggio dello stato nutrizionale, così come all’accesso e all’integrazione nutrizionale orale equo per tutti. È quindi fondamentale che i malati siano consapevoli dei propri diritti, attraverso strumenti informativi, validati dal punto di vista scientifico, ma chiari e semplici”.
Le società scientifiche e le associazioni dei pazienti d’accordo con i rappresentanti delle istituzioni impegnate su questo fronte chiedono che Alimenti a fini medici speciali e in particolare i Supplementi Nutrizionali Orali (ONS) per il paziente oncologico siano inseriti nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Sotto il profilo economico la richiesta si fonda sul costo contenuto di questi supporti terapeutici che va a sommarsi ai potenziali risparmi per il SSN. I pazienti malnutriti, infatti, rispondono meno alle terapie, in particolare a quelle oncologiche e, in media, ricorrono maggiormente a ricoveri ospedalieri ripetuti, con un significativo prolungamento della degenza ospedaliera. Una corretta integrazione nutrizionale si stima possa portare un risparmio di costi pari al 12,2% associato ad una significativa riduzione della mortalità, delle complicazioni e dei giorni di degenza.
Intervista a Paolo Pedrazzoli, direttore S.C. Oncologia, Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo, Pavia