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Dolore cronico, come migliorare i percorsi assistenziali

  • Alessandro Visca
  • Sanità

Sono più di 10 milioni gli italiani che soffrono di dolore cronico, una patologia considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra i maggiori problemi di salute pubblica a livello globale. Le donne sono le più colpite: il 60% delle persone adulte con dolore cronico in Italia è di sesso femminile.

Secondo un’indagine realizzata da Fondazione Onda ETS su un campione di 300 uomini e altrettante donne, effettuata in collaborazione con Elma Research, nel 60% di coloro che hanno ricevuto una diagnosi di dolore cronico l’intensità del dolore è molto elevata e oltre la metà delle persone vive tale condizione come difficile (69%), molto limitante (62%) e causa di una vera e propria disabilità psico-fisica (59%).

L’informazione sul dolore cronico risulta, inoltre, ancora troppo superficiale: solo il 16% degli intervistati, infatti, la ritiene sufficiente, mentre il 55% vorrebbe saperne di più. Altro dato significativo riguarda i tempi della diagnosi, che giunge in media a distanza di tre anni dall’insorgenza dei sintomi, dopo aver consultato inutilmente una media di cinque specialisti.

Come migliorare l’assistenza

I problemi legati all’assistenza alle persone con dolore cronico sono stati affrontati nel tavolo tecnico “Dolore cronico – modelli organizzativi per una presa in carico appropriata e integrata” realizzato da Fondazione Onda ETS con il contributo non condizionante di Sandoz e patrocinato da AISD – Associazione Italiana per lo Studio del dolore, Cittadinanzattiva, FederDolore, Fondazione ISAL e SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure primarie.

L’incontro si è posto come obiettivo il confronto tra Istituzioni, specialisti e MMG di tre Regioni (Liguria, Piemonte e Lombardia) sulle criticità di accesso alla rete territoriale e di presa in carico dei pazienti con dolore cronico, nonché sulle possibili strategie di intervento.

Le indicazioni emerse da questo confronto sottolineano il ruolo centrale del medico di medicina generale nella rete di assistenza che deve supportare chi convive con il dolore cronico.

Gli esperti sottolineano la necessità di attuare modelli organizzativi integrati che coinvolgano attivamente e sinergicamente MMG e specialisti.
Dal dibattito è emersa anche la necessità di formare gli MMG e dare vita alla certificazione di MMG “Esperti in Medicina del dolore”, accreditati presso il Ministero della Salute.

Inoltre occorre dare spazio a formazione, digitalizzazione e alla formalizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici, intervenire sul collegamento tra territorio e ospedale, in quanto snodo critico ed essenziale per il miglioramento dell’assistenza e della continuità delle cure.

Francesca Merzagora, presidente Fondazione Onda ETS ha affermato:

manca a tutt’oggi una cultura condivisa sul dolore cronico e questo rappresenta il principale ostacolo nell’accesso tempestivo ai percorsi di diagnosi e cura. Come Fondazione siamo tra i firmatari del “Manifesto sul dolore: proposte per una migliore gestione dei pazienti con dolore cronico”, che coagula l’impegno di Società scientifiche e organizzazioni della società civile e dei pazienti e che ha l’obiettivo di migliorare i percorsi diagnostico-terapeutici dedicati al dolore cronico ai fini di una presa in carico tempestiva, appropriata, omogenea e integrata.”

alessandro visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.