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Malattia renale cronica, il rischio aumenta con gli alimenti ultraprocessati?

La malattia renale cronica (MRC), ha una prevalenza a livello planetario, stimata tra il 10% e il 15% della popolazione. Il numero dei pazienti con MRC (il 95% dei quali non ha una malattia che richiede dialisi) nel mondo supera gli 850 milioni, ossia quasi il doppio di quelli affetti da diabete mellito. In Italia è stimata nella popolazione generale una prevalenza del 7% che raggiunge il 17% nella popolazione anziana (>70 anni).

Diverse ricerche hanno identificato una relazione tra abitudini alimentari e rischio di sviluppare MRC. Un nuovo studio, da poco pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition, ha puntato l’attenzione sui cibi ultraprocessati.

Secondo il sistema di classificazione NOVA  gli alimenti e le bevande che fanno parte della nostra alimentazione abituale sono ripartibili in quattro gruppi; alimenti minimamente o non processati, alimenti contenenti ingredienti processati, alimenti processati e alimenti ultraprocessati (UPF). A questa categoria appartengono tutti i cibi pronti, iper-palatabili, caratterizzati da elevati contenuti di calorie, sale, grassi, zuccheri aggiunti, oltre che da un basso contenuto di fibre, vitamine e minerali. Ne sono un esempio le bevande zuccherate, i dolci, i biscotti e molti prodotti pronti per il consumo come pizza, noodles, dessert, burger.

“Negli ultimi 40 anni – ricordano gli autori di questo studio –  le diete nella maggior parte dei paesi ad alto reddito, ad esempio negli Stati Uniti e nel Regno Unito, si sono spostate verso un drammatico aumento del consumo di UPF (ad esempio, superano il 50% dell’apporto calorico totale negli adulti statunitensi), che sono solitamente pronti da mangiare, iper-appetibili, economici e ad alta densità energetica”

Un revisione sistematica degli studi su UPF e MRC

In letteratura esistono evidenze a favore di un legame tra consumo di cibi ultra-processati (UPF) e aumento del rischio di malattie croniche non trasmissibili; ma pochi sono gli studi che abbiano esaminato l’impatto degli UPF sull’incidenza di malattia renale cronica (MRC), e che abbiano fornito risultati coerenti.

In questo studio è stata fatta una revisione sistematica di studi che fossero stati condotti su popolazioni di adulti, che avessero seguito il sistema di classificazione NOVA, e che avessero valutato l’associazione tra consumo di alimenti ultra-processati e rischio di MRC, riportando misure statistiche del rischio quali rischio relativo, odds ratio e hazard ratio.

La malattia renale cronica è stata definita, oltre che da una diagnosi clinica, dalla presenza di un tasso di filtrazione glomerulare inferiore a 60 mL/min/1.73m2 oppure da un rapporto albumina-creatinina  ≥ 30 mg/g.

Complessivamente, sono stati selezionati otto studi (due di tipo cross sectional e sei di coorte) per un totale di oltre 500.000 soggetti. Tutti gli studi -condotti in Regno Unito, Stati Uniti, Spagna, Corea, Cina e Olanda- erano stati pubblicati dopo il 2021, e avevano un follow-up variabile da 3,6 a 24 anni.

La scala NOS (Newcastle-Ottawa) è stata impiegata per valutare la qualità degli studi selezionati, attraverso otto domande che riguardano tre ambiti principali: selezione dello studio, confrontabilità dei partecipanti e valutazione degli outcome.

Una dieta ricca di alimenti ultra-processati aumenta il rischio di malattia renale cronica

I risultati della metanalisi  indicano che un elevato consumo di UPF è collegato con un rischio più alto di sviluppare MRC.

Nei soggetti studiati, il gruppo con il più elevato consumo di cibi ultraprocessati presentava un aumento del rischio di MRC pari al 18% (RR: 1,25; IC al 95%: 1,09–1,42; p < 0,0001, rispetto alla categoria relativa al più basso consumo di UPF. Inoltre, a ogni incremento del 10% delle calorie derivanti dal consumo di UPF corrisponde un aumento del 7% del rischio di MRC (RR: 1,07; IC al 95%: 1,04–1,10; p < 0.001).

L’analisi dose-risposta di tutti gli studi considerati ha, infine, mostrato una associazione lineare tra elevati consumi di UPF e rischio di MRC (RR: 1,02; IC al 95%: 0,99–1,05).

I risultati della ricerca, la prima revisione sistematica della letteratura e meta-analisi che abbia esaminato questa associazione, sembrano supportare la necessità di stimolare la popolazione a ridurre il consumo di cibi ultra-processati, anche per prevenire la malattia renale cronica.

Le possibili spiegazioni dell’associazione tra UPF e rischio di MRC

Nel nostro studio, scrivono gli autori, i risultati della meta-analisi hanno rivelato che un elevato consumo di UPF era significativamente associato a un aumento del rischio di MRC (RR = 1,18; IC al 95%: 1,14–1,23).

Per quanto riguarda le possibili spiegazioni di questa associazione, gli autori citano soprattutto lo scarso valore nutrizionale degli UPF, l’elevata densità energetica e la presenza di alcuni additivi alimentari. Gli UPF infatti sono generalmente ricchi di sale, grassi e zuccheri aggiunti e poveri di fibre alimentari. Un elevato consumo di zucchero, in particolare sotto forma di bevande zuccherate, è stato associato ad un aumento del rischio di insufficienza renale cronica. Oltre al fatto che obesità e diabete sono fattori di rischio per MRC.

Redazione

articolo a cura della redazione