Skip to content
cuore reni

Malattia renale cronica, la terapia nutrizionale può ritardare la dialisi

Nei pazienti affetti da malattia renale cronica (MRC) un’adeguata terapia dietetico-nutrizionale, può migliorare la qualità di vita, ritardare l’ingresso in dialisi o scongiurare il trapianto. Il messaggio arriva da nefrologi e nutrizionisti, in occasione della Giornata mondiale del rene, in programma il 14 marzo.

Massimo Morosetti, presidente FIR – Fondazione Italiana Rene, spiega:

accanto alle terapie farmacologiche oggi disponibili è essenziale abbinare una adeguata terapia dietetico-nutrizionale (TDN): è solo dal connubio di questi due elementi, nonché dal lavoro sinergico tra nefrologi e dietisti/nutrizionisti, che può essere implementata una strategia in grado rallentare significativamente la progressione della malattia ed evitare la dialisi.”

“In presenza di MRC – aggiunge Morosetti – la dieta ipoproteica controlla i sintomi degli stadi avanzati e contribuisce a ritardare l’ingresso in dialisi. Le diete per queste condizioni devono essere personalizzate, tenere conto delle patologie associate (diabete, ipertensione, dislipidemia, ecc) e in molti casi prevedere alimenti speciali (ad esempio cibi aproteici) che in alcune Regioni sono acquistabili mediante contributo  del SSN”.

Il diritto a un’appropriata assistenza nutrizionale

Ersilia Troiano, presidente ASAND – Associazione scientifica alimentazione, nutrizione e dietetica, precisa:

la Giornata mondiale del rene è un’occasione per sostenere con forza il diritto — a molti negato — ad una assistenza nutrizionale appropriata, richiamato anche dalla Risoluzione di Budapest, sottoscritta a ottobre 2022 da tutte le associazioni rappresentative dei dietisti a livello europeo, in occasione del general meeting della Federazione europea delle associazioni di dietisti (EFAD).”

“Il futuro che auspichiamo – aggiunge Troiano – è che tale diritto si concretizzi grazie a una maggiore omogeneità dei servizi sul territorio nazionale, all’allocazione di risorse adeguate, a una copertura migliore dei servizi di dietetica all’interno dei Sistemi sanitari regionali e, più in generale, all’integrazione dell’assistenza nutrizionale nelle politiche di salute e degli interventi sulle patologie critiche o croniche”.

Claudia D’Alessandro, coordinatrice del “Gruppo di studio ASAND Malattie renali”, aggiunge:

un approccio integrato alla MRC consente un miglioramento continuo delle prestazioni rese, della qualità di vita del paziente e dell’impiego delle risorse economiche. In questo percorso, Ia terapia nutrizionale offre benefici ormai ampiamente descritti nella letteratura scientifica: induce cambiamenti metabolici favorevoli, previene o corregge segni e sintomi dell’insufficienza renale e ritarda l’inizio della dialisi. L’approccio in genere adottato è graduale, con regimi dietetici semplificati, che tengono conto non solo della funzionalità renale residua e del tasso di progressione, ma anche degli aspetti socioeconomici, psicologici e funzionali”.

Una strategia di prevenzione attiva deve partire dall’assistenza sul territorio

Gaetano Piccinocchi, tesoriere SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie”, evidenzia:

per ridurre il numero di casi d’insufficienza renale è necessario intervenire sulla malattia renale fin dalle sue fasi più precoci, all’interno di un percorso strutturato e condiviso fra specialisti diversi (nefrologi, cardiologi, diabetologi, etc.) e MMG. È sul territorio, quindi, che deve nascere una strategia d’intervento attivo; sul territorio devono venire messe in pratica tutte quelle iniziative di prevenzione e diagnosi precoce, concordate tra specialista e MMG, a costituire un fronte unito nella diagnosi ed assistenza a malati con cronicità di lunga e talvolta lunghissima durata”.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.