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Analisi delle acque reflue, in aumento i consumi di droghe sintetiche

Lo studio ha analizzato i campioni giornalieri di acque reflue nei bacini di raccolta dei depuratori per un periodo di una settimana tra marzo e maggio 2024

la nostra metodologia si chiama ‘epidemiologia delle acque reflue’, analizziamo i metaboliti urinari umani delle droghe, presenti nelle acque reflue non trattate all’ingresso dei depuratori. Ciò permette di stimarne il consumo nella popolazione.”

Sara Castiglioni, responsabile del Laboratorio di indicatori epidemiologici ambientali dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano commenta i risultati di uno studio europeo denominato Wastewater analysis and drugs — a European multi-city study, che rileva, tramite l’analisi delle acque reflue, il consumo delle principali sostanze d’abuso in 128 città Europee. I dati raccolti, paragonati al 2023, sottolineano a livello generale, un aumento del consumo di MDMA, cocaina e anfetamina, a cui fa da contraltare una diminuzione del consumo di cannabis.

Lo studio ha analizzato i campioni giornalieri di acque reflue nei bacini di raccolta dei depuratori per un periodo di una settimana tra marzo e maggio 2024. Sono stati analizzati campioni provenienti da circa 68,8 milioni di persone alla ricerca di tracce di sei sostanze stimolanti: anfetamine, cocaina, metanfetamina, MDMA/ecstasy, ketamina e cannabis.

“Milano è monitorata fin dall’inizio dello studio nel 2011 – spiega Sara Castiglioni – e i dati ci offorno un prezioso trend di lungo periodo. Dal 2016 ad oggi abbiamo rilevato un leggero, ma costante aumento del consumo di cocaina. Per quanto riguarda l’ecstasy, abbiamo notato una significativa diminuzione durante la pandemia, seguita da un incremento coincidente con la riapertura dei locali nell’estate 2021. Interessante il caso della ketamina, un farmaco anestetico usato anche in medicina. Osserviamo un aumento piuttosto rilevante del suo consumo a Milano. Poiché l’analisi copre tutti i sette giorni della settimana, dallo studio si evidenziano dei picchi nel weekend, suggerendo un uso ‘ricreativo’ oltre a quello medico.”

Come si posiziona l’Italia rispetto all’Europa per uso di droghe?

“Per tutte le sostanze analizzate, il consumo italiano è inferiore rispetto ai Paesi con consumi più elevati (es. Belgio e Olanda), ci collochiamo a circa metà ‘classifica’. Guardando ai trend storici, si evidenzia un dato significativo: abbiamo registrato una diminuzione importante della cocaina, circa del 50%, tra il 2008 e il 2009, seguita da un aumento del consumo di metanfetamina. L’unica spiegazione plausibile era la crisi economica in atto in quel periodo, poiché la cocaina era molto più costosa della metanfetamina. Inoltre, l’analisi settimanale rivela pattern specifici per ciascuna sostanza: l’ecstasy mostra la maggiore variabilità: poco usata durante la settimana, con forte aumento nel weekend, soprattutto la domenica. La cocaina invece mostra picchi di consumo il venerdì e il sabato”.

L’aumento di queste droghe eccitanti si potrebbe correlare all’incremento di episodi di violenza?

“Non saprei dirle se queste sostanze siano fisiologicamente correlate all’aggressività. Probabilmente influiscono più i fattori sociali o l’uso combinato di più sostanze, come, per esempio l’alcol.  Infatti, in Italia, il consumo di alcol aumenta nel fine settimana, ma non drasticamente come nei Paesi Scandinavi, dove può quadruplicare. Da noi, l’incremento è al massimo del doppio, con un consumo più distribuito durante la settimana.”

“In conclusione – aggiunge Castiglioni – una particolare attenzione va posta alla ketamina e soprattutto agli oppioidi da prescrizione. L’esperienza degli Stati Uniti mostra il rischio di diversione d’uso di queste sostanze. Ci sono anche sul mercato droghe analoghe agli oppioidi, sintetizzate appositamente, che sono estremamente pericolose. In Italia il fenomeno è ancora contenuto rispetto ad altri Paesi, ma la vigilanza resta fondamentale.”

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Pogliaghi
Silvia Pogliaghi

Giornalista scientifica, specializzata su ICT in sanità.

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