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Caffè ed energy drink, diversi gli effetti sulla psiche

Uno studio mostra che il consumo di bevande energetiche può essere associato a un aumento del rischio di suicidi, mentre l'abitudine di bere caffè può ridurlo

Una vasta meta-analisi condotta da ricercatori dell’Università di Singapore, e pubblicata su Nutrients, ha messo in luce i diversi effetti che il consumo di due bevande molto diffuse -il caffè e gli energy drink- possono esercitare sulla sfera psichica. Lo studio nasce per valutare gli effetti del consumo di caffeina, probabilmente la sostanza piscoattiva più diffusa al mondo e consumata ogni giorno da circa l’80% della popolazione mondiale.

Caffeina e salute mentale, una relazione complessa

La caffeina -contenuta in caffè, té e bevande energetiche- viene consumata anche per i suoi effetti positivi prodotti a livello di memoria, concentrazione e performance fisica. Tuttavia alcune ricerche hanno suggerito l’esistenza di una relazione più complessa, di quanto finora ritenuto, tra il consumo di caffeina e le ricadute sulla salute mentale, portando a risultati talvolta contrastanti.

Il lavoro ha considerato 17 studi che avessero valutato l’associazione tra consumo di caffeina e frequenza di tentativi di suicidio, ideazione suicidaria e autolesionismo, per un totale di 1.574.548 partecipanti, con età media variabile dai 15 ai 48 anni.

Le popolazioni considerate negli studi sono eterogenee: cinque di essi hanno valutato gli esiti negli adolescenti, quattro negli studenti e quattro hanno fatto riferimento alla popolazione generale. Inoltre, uno studio ha esaminato un campione di soldati, uno ha preso in esame solo donne e uno è stato condotto in pazienti con disturbo bipolare.

I risultati hanno mostrato che un consumo superiore a 60 tazze di caffè al mese -pari a circa due caffè al giorno- riduce il rischio di tentativi di suicidio del 30%. Al contrario, il consumo di bevande energetiche, anche in modeste quantità come una porzione al mese, è risultato significativamente associato a un aumento del rischio, sia di tentativi di suicidio che di ideazione suicidaria.

L’analisi, inoltre, ha messo in luce che l’appartenenza al genere maschile e l’uso di sostanze sono significativamente associati a un maggiore consumo di caffeina.

Distinguere tra caffé e altre sostanze psicoattive

Secondo Guillaume Davido, psichiatra esperto in ricerche sulle dipendenze presso il Bichat-Claude Bernard Hospital di Parigi, intervistato dalla testata online Medscape, la ricerca ha il pregio di evidenziare l’importanza di distinguere gli effetti derivanti dal consumo di caffè da quelli di prodotti contenenti caffeina, come le bevande energetiche. Questa differenza potrebbe essere spiegata dalla presenza di ingredienti con effetto psicoattivo, come taurina, ginseng, guarana, e dall’elevato contenuto di zucchero che può interferire con stati ansiosi e cambiamenti umorali specie nei giovani uomini, che ne sono i principali consumatori.

Ma è importante anche ricordare che il consumo di bevande energetiche può essere più frequentemente riscontrato in individui che conducono uno stile di vita a rischio per la salute, il che potrebbe in parte spiegare l’associazione osservata.

Nonostante il suo effetto sul sonno, il cui ruolo è determinante per la salute mentale e per prevenire il rischio di insorgenza di sindromi depressive, la caffeina si rivela protettiva. Il consumo di energy drink, invece, è più spesso associato con comorbidità psichiatriche e dipendenze, il che potrebbe spiegare in parte la relazione con l’aumentato rischio di suicidio appare verosimile.

Conclude l’esperto:

penso che gli autori di questa meta-analisi non avessero necessariamente l’intenzione di evidenziare un effetto protettivo del caffè, ma piuttosto di valutare se la caffeina, presente nel caffè o nelle bevande energetiche, influenzi il rischio di suicidio. Il risultato evidenzia, in modo sorprendente, una differenza significativa tra i due gruppi di consumatori.”

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alessandro visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.

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