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Celiachia, identificate 15 nuove varianti geniche associabili alla malattia

La più grande indagine genetica finora condotta sulla celiachia ha identificato 15 associazioni genetiche in 12 loci, 11 delle quali mai associate alla malattia celiaca

La malattia celiaca (MC) è una patologia autoimmune causata da una reazione anomala all’ingestione di glutine, in soggetti geneticamente predisposti. Il ruolo della predisposizione genetica è stato confermato non solo dalla maggiore incidenza della malattia in familiari di celiaci, ma anche dalla presenza, nella grande maggioranza dei casi, di specifici geni appartenenti al sistema degli antigeni leucocitari umani (HLA Human Leucocyte Antigens).

In particolare la ricerca ha accertato che circa il 90% dei celiaci presenta l’allele HLA-DQ2, mentre nel 5% dei casi è presente HLA-DQ8.

Tuttavia, gli aplotipi HLA-DQ sono presenti in più di metà della popolazione generale e quindi la loro presenza non è sufficiente a spiegare lo sviluppo della celiachia.

La ricerca sui fattori ereditari che predispongono alla celiachia deve quindi fare ancora molta strada per arrivare a una identificazione precisa dei profili genetici.

Nuove importanti acquisizioni arrivano ora da uno studio norvegese, che spicca come la più grande indagine genetica finora condotta sulla celiachia. Lo studio ha identificato 15 associazioni genetiche precedentemente sconosciute in 12 loci, 11 delle quali completamente nuove per gli studi sulla celiachia.

Lo studio norvegese su quasi 25 milioni di varianti genetiche

Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific reports ha preso in considerazione quasi 25 milioni di varianti genetiche provenienti da 52.342 adulti norvegesi, di età superiore a 20 anni di età. La ricerca ha incluso soggetti con MC diagnosticata o potenziale e partecipanti sani.

La raccolta dei dati è stata fatta con questionari dettagliati (per dati sociodemografici e anamnestici), misurazioni cliniche e prelievi di campioni di sangue.

Il sequenziamento genico ha interessato sia le regioni codificanti che quelle non codificanti del DNA, integrando una rappresentazione dell’intera popolazione per comprendere in modo completo le basi genetiche della malattia.

Esami di screening per gli anticorpi (TG2, IgA, IgG), esami endoscopici, test sierologici hanno permesso di individuare i casi celiachia accertata (grado Marsh 3) e casi potenziali (grado Marsh 0-2), ulteriormente classificati in “precedentemente diagnosticati” e “casi nuovi”.

I risultati: scoperte nuove associazioni

L’analisi genome wide oltre a convalidare i 41 loci non-HLA già riportati in precedenza, ha identificato 15 associazioni precedentemente sconosciute in 12 loci, 11 delle quali mai associate alla MC.

Tra i risultati più significativi c’è l’identificazione di un gene già noto per l’associazione con l’artrite reumatoide. Un dato che suggerisce percorsi comuni per lo sviluppo di queste patologie.

I maggiori limiti di questa indagine riguardano l’inclusione solo di soggetti di origine europea e l’esclusione di bambini e giovani adulti.

La ricerca futura, secondo gli autori, dovrebbe quindi concentrarsi sulla replicazione dei risultati in popolazioni diverse e più giovani, sull’applicazione di metodi più raffinati per regioni genomiche complesse e sullo studio dell’impatto funzionale delle varianti recentemente scoperte per chiarirne il significato clinico.

In collaborazione con Dr. Schär

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Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.

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