In Italia tra il 9 e il 13% della popolazione adulta convive con disturbi olfattivi, percentuale che cresce significativamente tra gli anziani e che ha visto un’impennata durante la pandemia.
Si parla di anosmia in caso di incapacità di rilevare e identificare correttamente gli odori sulla base di appositi test olfattivi o di iposmia quando la perdita della funzione olfattiva è solo parziale. Esistono poi le disosmie, anomalie percettive degli odori che comprendono la parosmia, erronea percezione di un odore; la fantosmia, percezione di un odore in assenza di sostanze odorose e la pseudosmia, reinterpretazione fantasiosa di un odore, condizioni che impattano profondamente la qualità della vita
La Società Italiana di Otorinolaringoiatria lancia “Mettiamocilnaso”, una campagna nazionale di consulenze specialistiche gratuite che dal 16 al 27 giugno coinvolgerà 30 centri in tutta Italia, promossa dalla Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale (SIOeChCF), con il patrocinio di FederASMA e ALLERGIE – Federazione Italiana Pazienti ODV e Associazione Nazionale Pazienti RESPIRIAMO INSIEME APS, organizzata da Sintesi education, con il sostegno non condizionante di Sanofi e Regeneron.
Marco De Vincentiis, vicepresidente SIOeChCF, spiega
la diagnosi dei disturbi olfattivi richiede un approccio sistematico, fondamentale è distinguere tra disfunzioni quantitative (anosmia, iposmia) e qualitative (parosmia, fantosmia), insieme all’identificazione di cause periferiche o centrali. Il percorso diagnostico integra anamnesi dettagliata, esame obiettivo, test psico-fisici come Sniffin’ Sticks o UPSIT, e risonanza magnetica per escludere patologie strutturali”.
Sul fronte terapeutico, l’esperto illustra le opzioni più promettenti:
l’allenamento olfattivo, che prevede l’esposizione regolare a quattro odori per stimolare la rigenerazione neuronale; i corticosteroidi, soprattutto in formulazione intranasale; e innovative terapie come il plasma ricco di piastrine, i chelanti del calcio e le integrazioni con vitamine A e D. Nei casi legati a rinosinusite cronica con poliposi nasale, è possibile l’utilizzo di farmaci biologici, anticorpi monoclonali capaci di ridurre l’infiammazione e migliorare i sintomi, permettendo di evitare o ritardare gli interventi chirurgici”.
Il ruolo delle associazioni: dall’ascolto psicologico al problem solving
L’Associazione nazionale pazienti Respiriamo Insieme APS, nata nel 2014 da un piccolo gruppo di genitori in ambito pediatrico, si è evoluta fino a diventare un punto di riferimento nazionale per pazienti con patologie respiratorie, immunologiche, allergiche e rare del polmone.
“Informare, sostenere, condividere sono le tre parole chiave che guidano il nostro operato – spiega Simona Barbaglia, presidente dell’Associazione – per rispondere ai bisogni dei pazienti, l’organizzazione ha strutturato una rete di supporto completa: dallo “Spazio di ascolto psicologico” allo “Sportello Problem solving” con assistenti sociali, fino a consulenze legali e appuntamenti con specialisti del Comitato Scientifico.”
“Particolare attenzione – aggiunge Barbaglia – è rivolta ai pazienti con poliposi nasale, patologia fortemente invalidante. Basta ascoltare chi ne soffre per comprendere il calvario quotidiano: sintomi respiratori persistenti, qualità di vita compromessa, assunzione prolungata di corticosteroidi con gravi effetti collaterali e ripetuti interventi chirurgici”. E sottolinea:
le associazioni giocano un ruolo decisivo nell’orientare pazienti disorientati in un labirinto complesso”.
“Sul fronte istituzionale – ha concluso la presidente – Respiriamo Insieme è impegnata per ottenere il riconoscimento della tempestiva diagnosi, della presa in carico multidisciplinare, di specifici percorsi terapeutici (PDTA) e un codice esenzione nel Piano Nazionale Cronicità che contempli tutte le prestazioni necessarie vista la severità della patologia.