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Fatigue, quali sono le comorbilità più frequenti?

Senso di stanchezza, eccessiva spossatezza, debolezza, mancanza di energia, questi sintomi protratti anche per settimane o mesi, che non vengono alleviati dal riposo, sono le caratteristiche della fatigue, una condizione clinica che rappresenta per il medico una sfida diagnostica per la possibile associazione con patologie di diversa natura.

Una ricerca dell’University College of London pubblicata sulla rivista British Journal of General Practice ha indagato l’associazione tra la comparsa di fatigue, in soggetti che ne erano liberi, e la successiva insorgenza di malattie.

L’ipotesi dei ricercatori è, appunto, che la fatigue possa essere il segnale iniziale della presenza di patologie che si svilupperebbero in seguito; per verificarla sono state prese in esame le percentuali di rischio di sviluppare 237 diverse condizioni cliniche.

Lo studio si basa su un ampio campione di individui (di età compresa tra 30 e 99 anni, appartenenti a un database di popolazione inglese) che, nel periodo 2007-2017, hanno ricevuto una diagnosi di fatigue in un contesto di assistenza primaria. In parallelo, un campione casuale di soggetti “sani”, ossia liberi da fatigue, con almeno una richiesta di consulto medico all’attivo nel periodo 2011-2012, è stato utilizzato come gruppo di confronto.

Nel complesso sono stati studiati 304.914 pazienti con fatigue e 423.671 individui senza questa condizione. Per ognuna delle 237 malattie studiate  (225 negli uomini e 231 nelle donne ) le percentuali di rischio aggiustate per età sono risultate più elevate nei soggetti affetti da fatigue rispetto ai controlli non affetti in 127 malattie negli uomini e 151 nelle donne.

Depressione e infezioni respiratorie sono le condizioni più spesso legate alla fatigue

Complessivamente, le percentuali di rischio assoluto più alte sono state rilevate per:

  • depressione (3,21% per gli uomini; 3,64% per le donne)
  • infezioni delle basse vie respiratorie (5,55% per gli uomini; 4,79% per le donne)
  • insonnia e disturbi del sonno (2,55% per gli uomini; 2,25% per le donne)
  • disfunzioni tiroidee (2,43% per le donne)

Segue il rischio combinato di cancro che tumori che è risultato del 2.6% (IC 95%  2.5-2.7) nei soggetti con fatigue contro 1.2% (1.1-1.2) in quelli senza. Tra le donne con fatigue, il rischio oncologico è stato dell’1,4% contro lo 0,9% riscontrato per le donne senza il sintomo.

Quindi la relazione tra fatigue e patologie oncologiche, così come le disfunzioni tiroidee, sembrano legate al genere.

Secondo gli Autori, i risultati della ricerca possono essere di aiuto per i medici che operano nell’ambito della cure primarie, e fornire informazioni utili circa il rischio di una vasta gamma di potenziali patologie nei pazienti con fatigue, così da permettere di indirizzarsi verso gli opportuni approfondimenti diagnostici.

Non viene, tuttavia, tralasciato di sottolineare alcuni limiti dello studio, riguardanti il rischio di sottostimare le malattie più gravi e i falsi positivi, e di sovrastimare il rischio di malattia dovuto a insufficienza di dati e a sintomi di patologie concomitanti.

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Stefania Cifani

Giornalista scientifica e Medical writer

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