Intervista a Paola Della Bruna, Scientific & Clinical Affairs Manager di Curasept
Quanto sono diffuse le alterazioni della saliva, e in particolare l’iposcialia?
“L’iposcialia è una condizione di frequente riscontro nella pratica clinica quotidiana dei professionisti che si occupano di salute dentale e identifica un quadro di secchezza orale dovuta a riduzione reversibile o irreversibile del flusso salivare. Le stime indicano una prevalenza variabile dal 13 al 63% nella popolazione, con una media del 20% nella popolazione occidentale.”
In quali categorie di pazienti è opportuno sospettare e indagare l’eventuale presenza di iposcialia?
“Esistono alcune particolari categorie di soggetti in cui sarebbe opportuno indagare la presenza di iposcialia. In particolare a maggiore rischio sono gli over 65, soprattutto donne perché mostrano un aumento dell’incidenza, pazienti in terapia farmacologica, soggetti che utilizzano respiratori orali, in ossigenoterapia/CPAP, pazienti diabetici, immunodepressi, fumatori, pazienti con difetti funzionali delle ghiandole salivari a seguito di radioterapia, chemioterapia o per la presenza di patologie autoimmuni.”
Qual è l’iter raccomandato per effettuare la diagnosi?
“In caso di iposcialia sospetta sarebbe opportuno eseguire una valutazione del flusso salivare. L’iter diagnostico prevede innanzitutto una dettagliata raccolta dei dati anamnestici (stile di vita, terapie farmacologiche, stato di salute generale ecc.). È importante sottolineare che pur trattandosi di una problematica frequente, l’iposcialia viene riferita di rado dal paziente. Per indagarne la presenza dovrebbero essere poste al paziente alcune domande esplicite, come per esempio “Percepisce la sensazione di bocca secca? Quando? Di notte si sveglia per bere?”. L’esame clinico prevede l’ispezione della bocca e della lingua per osservare eventuali segni che possono presentarsi in caso di iposcialia (macchie bianche sulle superfici gengivali oppure lesioni traumatiche della lingua), la palpazione delle ghiandole salivari e la raccolta salivare.
Sulla base delle caratteristiche cliniche l’alterazione del flusso salivare può essere distinta in xerostomia ovvero sensazione o percezione soggettiva di bocca asciutta nel paziente, e iposcialia che, come già sottolineato, rappresenta una reale riduzione del flusso salivare reversibile o irreversibile.”
Una volta confermata la presenza di iposcialia, quali sono le opzioni di trattamento a disposizione del clinico, anche in base alla severità delle manifestazioni cliniche?
“Le opportunità di trattamento sono diverse e variano a seconda della gravità e dello stadio di iposalivazione del paziente (lieve, medio, avanzato). Solitamente per le forme lievi è sufficiente adottare un trattamento che preveda l’impiego (a scelta) di collutori, gel, spray, stimolatori, gomme da masticare. L’aggiunta di farmaci scialagoghi, di solito riservati alle forme più gravi, è una modalità di trattamento che viene presa in considerazione sempre più di rado. Si tratta di molecole che inducono secrezione salivare (per esempio pilocarpina orale), ma non sono ormai raccomandate in virtù degli effetti collaterali.”
con il contributo non condizionante di