Claudio Cerchione, dell’Unità di Ematologia dell’Istituto Romagnolo per lo studio dei tumori “Dino Amadori” IRCCS di Meldola (FO) illustra le caratteristiche di melflufen (melfalan flufenamide), un chemioterapico da poco approvato da AIFA che, grazie a un meccanismo d’azione innovativo che ne riduce la tossicità, può essere utilizzato anche dai pazienti più anziani e fragili.
il farmaco è registrato per i pazienti che abbiano effettuato almeno tre linee di terapia e che siano stati esposti a un anticorpo monoclonale immunomodulante o un inibitore del proteosoma. Inoltre se il paziente ha effettuato in precedenza un trapianto autologo di cellule staminali devono essere passati almeno 3 anni”
“non ha soltanto un eccellente profilo di tossicità ma anche un’ottima maneggevolezza perché basta una somministrazione ogni 28 giorni. Una caratteristica che agevola i pazienti senza un supporto stabile o che comunque non hanno facilità ad accedere all’ospedale”
“inoltre il farmaco può essere utilizzato come bridge verso nuove terapie cellulari come le CAR-T, e questo rientra nel concetto di una vera e propria personalizzazione delle cure, che non significa soltanto individuare nuovi bersagli, ma sapere qual è il giusto farmaco per ogni paziente”
“credo che questa nuova arma insieme a tante altre che sono arrivate in questi anni ci permetta di curare anche i casi più ostici e di andare sempre più a controllare il mieloma multiplo”
“l’abbiamo resa una malattia cronica e stiamo correndo verso il concetto di cura, di eradicazione della malattia, che è il sogno dei nostri pazienti ed è l’augurio più bello da fare a loro, ai caregiver e a noi ricercatori che ogni giorno combattiamo contro il mieloma multiplo.”