
SSN a rischio, la mobilitazione unitaria dei medici italiani
In un momento storico particolarmente difficile per il nostro Servizio sanitario nazionale, i medici italiani si sentono sotto attacco. “Veniamo giudicati da ben quattro tribunali che agiscono parallelamente e sono indipendenti l’uno dall’altro di cui il peggiore è quello mediatico”, dichiara Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri.” “La medicina generale –aggiunge Silvestro Scotti, segretario senerale della Fimmg – sperimenta sulla propria pelle il paradosso di una digitalizzazione che, invece di sostenere, schiaccia il medico sotto la pressione della burocratizzazione informatica.”
Di fronte alla svalutazione della professione, al deterioramento dei rapporti con i pazienti, alla scarsità delle risorse i medici lanciano un manifesto con lo slogan: “Investire sui medici per salvare il Servizio Sanitario Nazionale” e una mobilitazione, che prevede una serie di iniziative regionali da concludere con una grande manifestazione a Roma a maggio.
Nasce oggi un movimento che ci auguriamo possa essere sempre più largo e che non riconosce leadership personali o sindacali, ma si identifica in un’idea diversa di sanità, un’idea diversa di professionista.”
Si legge nel manifesto, che è firmato da medici dipendenti e convenzionati, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, medici del territorio e specializzandi, con il sostegno della Federazione nazionale degli ordini dei medici (FNOMCEO) e vede la partecipazione di Cittadinanza attiva.
“Meno burocrazia, più salute: la sanità è un diritto. Il nostro Servizio Sanitario Nazionale è al limite – dichiara Angelo Testa, presidente Snami – Sempre più cittadini sono costretti a pagare di tasca propria per accedere alle cure, mentre i medici dedicano oltre il 40% del loro tempo a una burocrazia inutile che li allontana dai pazienti. Chiediamo l’abolizione di note AIFA e piani terapeutici complessi, che rallentano le cure e aggravano il disagio di professionisti e cittadini. È il momento di difendere il diritto alla salute, ripristinando un sistema che metta al centro le persone e non gli interessi di pochi. La sanità pubblica è un bene comune: noi medici siamo pronti a mobilitarci per difenderla”.