La crioablazione, una procedura mini-invasiva già conosciuta in altri ambiti oncologici, da oggi trova applicazione anche nella patologia mammaria, offrendo una valida alternativa alla chirurgia tradizionale in pazienti accuratamente selezionate.
La tecnica prevede l’inserimento percutaneo, sotto guida ecografica, di un sottile ago criogenico, in grado di creare una sfera di ghiaccio intorno alla lesione neoplastica: con ripetuti cicli di congelamento e scongelamento, si riesce a indurre la necrosi delle cellule tumorali. Il trattamento dura circa 30 minuti, si effettua in anestesia locale e in regime ambulatoriale, permettendo alla paziente di tornare a casa nella stessa giornata.
La dottoressa Serena Carriero, radiologa presso l’Unità di Radiologia Senologica dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, tra i primi centri a rendere disponibile la metodica, ha spiegato:
l’applicazione della crioablazione in ambito senologico rappresenta un’importante innovazione per il trattamento del tumore al seno. È una procedura rapida e ben tollerata, con rare complicanze, che garantisce ottimi risultati estetici e psicologici. I primi studi in corso confermano la sua efficacia e la soddisfazione delle pazienti, che apprezzano il ridotto impatto estetico e il recupero immediato.”
La selezione delle pazienti adatte alla crioablazione con l’intelligenza artificiale
A selezionare le pazienti adatte alla crioablazione è il gruppo multidisciplinare della breast unit, a cui partecipano radiologo, chirurgo, oncologo e patologo. La dottoressa Sonia Santicchia, responsabile dell’Unità di Radiologia Senologica e coordinatore della Breast Unit del Policlinico di Milano, ha aggiunto:
in questo contesto, per la diagnosi e la selezione delle pazienti ci aiuta anche l’intelligenza artificiale, in uso presso il nostro centro in diversi ambiti della radiologia. La crioablazione viene attualmente proposta alle donne che, per condizioni generali e comorbidità, non possono essere sottoposte all’intervento chirurgico o alle terapie farmacologiche specifiche del caso. Offre numerosi vantaggi, come la minor invasività, la rapida ripresa, l’assenza di cicatrici chirurgiche e di dolore post-operatorio. Ci auguriamo per il futuro che questa procedura possa venire presto validata su larga scala, per permetterne l’accesso a sempre più donne con diagnosi di tumore mammario. La radiologia interventistica si riconferma una disciplina avanguardistica anche in ambito senologico, in grado di trarre beneficio dalle numerose innovazioni tecnologiche che caratterizzano il periodo storico che viviamo.”
La nuova opportunità terapeutica vede anche cambiare il rapporto degli specialisti con gli assistiti. Il professor Gianpaolo Carrafiello, direttore di Radiologia della Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e professore ordinario dell’Università degli Studi di Milano, ha sottolineato:
in un’epoca in cui la medicina si avvale sempre più di tecnologie avanzate, il ruolo del radiologo è cambiato: oggi non ci limitiamo a fare diagnosi ma interveniamo attivamente nel trattamento delle patologie, instaurando un rapporto diretto con i pazienti.”