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Malati cronici, il nuovo ruolo del MMG

  • Alessandro Visca
  • Sanità

L’assistenza ai malati cronici è uno dei problemi più complessi da affrontare per il nostro sistema sanitario. L’aumento, ampiamente previsto dagli studi epidemiologici, di malati cronici a cui va garantita continuità assistenziale e un supporto che, in molti casi non può essere solo clinico, comporta un’adeguamento di tutto il sistema sanitario.

Lo scenario disegnato dall’Istat parla di una quota di “over 65” che nel 2032 sul totale della popolazione italiana toccherà il 27,6%, (17,6 milioni di anziani). Dopo il lancio, l’anno scorso, del primo Piano nazionale della cronicità, proposto dal ministero della Salute, le Regioni sono chiamate a rivedere l’organizzazione dell’assistenza.

Il ruolo del medico di medicina generale nei nuovi modelli organizzativi per l’assistenza ai malati cronici è stato il tema del 13° congresso regionale lombardo della SIMMG (Società Italiano di Medicina Generale e delle Cure Primarie). Un tema  obbligato visto che la Regione Lombardia ha appena varato una delibera per il “Riordino della rete di offerta e modalità di presa in carico dei pazienti cronici e/o fragili“, che chiama direttamente in causa il ruolo del MMG.

La Regione ha individuato 3,5 milioni di cittadini lombardi con patologie croniche che, entro la fine dell’anno, saranno chiamati a scegliere un “gestore” principale della propria patologia, sulla base del Piano Assistenziale Individuale PAI (la proposta personalizzata di esami e visite specialistiche).

Il paziente dovrà scegliere tra il proprio medico di medicina generale o uno specialista all’interno di strutture sanitarie pubbliche o accreditate.

“Di fronte all’avanzata dei “gestori” nelle delibere della Regione Lombardia – commenta Aurelio Sessa, presidente della SIMMG in Lombardia – le lotte di retroguardia non servono. Come medici di famiglia abbiamo l’occasione di rivendicare il nostro ruolo clinico ed organizzativo. E’ innegabile che i cronici occupino molto del nostro tempo e delle risorse del servizio sanitario, ed è necessario capire quanto il medico di famiglia oggi sia efficace ed efficiente nella gestione delle risorse con i mezzi e l’approccio che ha e quanto potrebbe esserlo se cambiasse pelle.”

In occasione del varo della delibera l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha spiegato che “potranno diventare un “gestore”, strutture sanitare e sociosanitarie accreditate e a contratto con il Ssl (Sistema sanitario lombardo), cooperative di Medici di Medicina Generale o anche il singolo medico. Nel caso, invece, il MMG decida di non partecipare alla presa in carico, avrà comunque accesso al piano individuale di assistenza (PAI), contenuto nel fascicolo elettronico del paziente. I gestori saranno remunerati sulla base della complessità del paziente e la loro idoneità verrà valutata dall’Ats territorialmente competente”.

“La Regione – commenta Sessa – afferma che siamo il perno del sistema visto che la gestione del cronico dovrebbe avvenire per lo più sul territorio, ma di fatto dovremo sceglierci il futuro: chi farà da “gestore” del proprio assistito dovrà organizzarsi in cooperative, con un portale cui far afferire i dati dei pazienti e un centro servizi; chi si limiterà a profilarsi come “co-gestore” potrà condividere percorsi di cura e piano assistenziale individuale con il gestore operativo (Rsa, casa di cura accreditata, ospedale) in partnership; chi non vorrà fare nessuna delle due cose, in prospettiva, corre il rischio, se non di vedersi decurtato dei pazienti trattati dal “gestore”, di perdere di quegli assistiti la quota relativa al carico di lavoro che venisse stabilito per le cronicità trattate.”

Un altro aspetto importante della discussione sulla cronicità riguarda il ruolo del medico di famiglia nella prescrizione di farmaci, anche innovativi. Su questo tema l’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) ha aperto un tavolo di confronto con la medicina generale, coinvolgendo la FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale.)

“Sosteniamo – ha dichiarato la FIMMG – che la MG ha sempre voluto dare il suo fondamentale contributo all’uso del bene farmaco. Intendiamo però sottolineare con forza come la sostenibilità economico-finanziaria del Servizio Sanitario Nazionale e le relative implicazioni in termini di accesso al farmaco non possano limitarsi al mero aspetto contabile, al solo scopo di valutare e monitorare il costo dei farmaci, ma soprattutto debbano guardare con attenzione al “tipo” e alla “quantità” di salute che, con l’accesso al farmaco, si possa produrre: in base a queste valutazioni potrà essere ricavato l’orientamento terapeutico.

Per proporre un orientamento sulle principali linee prescrittive dedicate a obiettivi di salute in assistenza primaria, riteniamo pertanto necessario valorizzare un approccio olistico al bene farmaco, con una piena valorizzazione della MG, che passi attraverso un’analisi comparata dei costi globali di gestione delle patologie in esame, principalmente le patologie croniche. La partecipazione della MG all’analisi del profilo farmacologico-clinico di un medicinale (caratteristiche del farmaco, sintesi dei dati di efficacia sperimentale, alternative terapeutiche disponibili, grado di innovatività esistente, valutazione dell’efficacia reale, eventuale progetto di risk management), può rappresentare un valido ausilio per il medico prescrittore nella scelta terapeutica da adottare, con l’obiettivo di promuovere e tutelare la salute dei propri assistiti pur nel rispetto di una adeguata valutazione costo-benefico.

Tutto questo si dovrà realizzare nella presa in cura dei pazienti, in particolare quelli affetti da patologie croniche, ambito affidato dalle norme vigenti alla MG, attraverso la possibilità di prescrivere i farmaci nel rispetto delle norme regolatorie di garanzia per il paziente (vedi Piani Terapeutici, ecc), senza però discriminazione del prescrittore, se non per particolari ambiti. Vedi in particolare il PNC (Piano Nazionale Cronicità), che identifica il MMG come l’attore primario della presa in carico del paziente affetto da Cronicità, impedendone la frammentazione della cura globale.”

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.