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Anziani, il ruolo della nutrizione per preservare le funzioni cognitive

Un recente documento della Gerontological Society of America (GSA), antica e importante organizzazione interdisciplinare dedicata alla ricerca, informazione e divulgazione sul tema dell’invecchiamento, ribadisce l’importanza della dieta e dei modelli alimentari per la salute cerebrale e per preservare le funzioni cognitive.

Nella pubblicazione, dal titolo Insights & Implications in Gerontology: The Vital Role of Nutrition in Brain Health, vengono esplorati i modelli alimentari che, secondo le evidenze, sembrano essere in grado di migliorare la sfera cognitiva e diminuire il rischio di demenza e declino cognitivo negli anziani.

Il documento si focalizza inoltre sul ruolo di vitamine e minerali nella nutrizione, ai fini dell’efficienza delle funzioni cerebrali, e su come un approccio terapeutico personalizzato, incentrato su precisi obiettivi da proporre paziente possa essere una strategia efficace per motivarli al cambiamento e avere un impatto reale anche sulla nutrizione, e in definitiva sulla salute cerebrale.

Gli stili alimentari che possono preservare più a lungo le funzioni del cervello

Alcuni stili di alimentazione, afferma il documento della GSA hanno dimostrato una possibile associazione con un miglioramento delle funzioni cognitive e potrebbero rallentare i processi di neurodegenerazione tipici delle demenze.

Un’alimentazione sana e bilanciata deve comprendere il necessario apporto di macronutrienti (grassi, proteine e carboidrati) e micronutrienti (vitamine e minerali) mentre deve limitare grassi in eccesso, zuccheri, sale e cibi ultraprocessati.

Tra le diete classificate sono tre quelle che sembrano utili a tutelare la salute del cervello: la dieta mediterranea, la dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) e la dieta MIND (Mediterranean-DASH Intervention for Neurodegenerative Delay).

Le diete di questo tipo si caratterizzano per un elevato consumo di vegetali -specialmente della tipologia a foglia verde-, noci, legumi, cereali integrali, pesce, pollame e olio extravergine di oliva. Prevedono invece quantità limitate di carni rosse, carni processate, burro e margarina, formaggi grassi, dolciumi e fritti.

Secondo alcune ricerche seguire questo tipo di dieta potrebbe far guadagnare, 7,5 anni di età in termini di abilità cognitive, .

Idealmente, viene specificato nel documento, un’alimentazione completa è sufficiente per garantire l’adeguato apporto di tutti i nutrienti necessari, ma il rischio di carenza di vitamine e minerali aumenta con l’invecchiamento, anche a causa dei cambiamenti che si verificano in questa fase, e delle malattie che possono potenzialmente interferire con l’assorbimento delle sostanze nutritive. Per questa ragione, alcuni individui potrebbero trarre beneficio dal consumo di cibi fortificati, o dall’assunzione di integratori alimentari.

Come convincere i pazienti a mangiare meglio

Il documento della GSA propone anche un approccio pratico al paziente per stimolare dei comportanti più salutari, in tre passaggi successivi

1 Valutare la qualità della dieta degli individui con domande stimolanti:

Sei preoccupato per la tua dieta? – Pensi di includere abbastanza frutta e verdura nella tua dieta? Quanti porzioni consumate al giorno? – Quante volte alla settimana mangi burro, formaggio, carne rossa o fritture? In quali quantità? – Quanti pasti al giorno (o alla settimana) includono alimenti altamente trasformati?

2 Incoraggiare modifiche dietetiche salutari:

Diminuire il consumo di latticini ad alto contenuto di grassi (es. burro, formaggio), carne rossa, fritti alimenti e cibi o dolci altamente trasformati. – Aumentare l’assunzione relativa di verdure a foglia verde e crocifere, frutti di bosco, fagioli, noci e cereali integrali ricchi di fibre e carni non rosse come pesce o pollo.

3 Istruire i pazienti su come attuare modifiche dietetiche:

Condividere risorse per diete salutari per il cervello. – Determinare le motivazioni sottostanti e le potenziali barriere alla dieta modifiche.

Kathryn Porter Starr, dietologa della Duke University School of Medicine di Durham (Usa), che ha supervisionato la pubblicazione, spiega:

affrontare il tema della dieta e della nutrizione può essere impegnativo. Comincio chiedendo ai pazienti quali sono i loro obiettivi. Questi obiettivi possono essere fisici come il mantenimento della massa muscolare, cognitivi come preservare la memoria, nonché funzionali come poter viaggiare o giocare con i nipoti. Associare le informazioni sulla nutrizione al raggiungimento dei propri obiettivi è una strategia efficace per stimolare la motivazione ad attuare cambiamenti salutari”.

Redazione

articolo a cura della redazione