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Tatuaggi, i dermatologi chiedono più controllo sugli inchiostri

Gli inchiostri usati per i tatuaggi devono essere adeguatamente testati e rispettare almeno gli standard di sicurezza richiesti ai prodotti cosmetici. L’appello arriva dal 26° Congresso dell’Accademia Europea di Dermatologia e Venereologia (EADV) da poco concluso a Parigi.

La preoccupazione dei dermatologi riguarda soprattutto gli inchiostri utilizzati per il tatuaggio, che possono essere a rischio di contaminazione batterica, allergie, effetti tossici e includere sostanze potenzialmente cancerogene.

I tatuaggi sono diventati un fenomeno di massa. Una recente ricerca ha stimato che in Australia, Finlandia, Francia e Germania, quasi il 10% della popolazione ha almeno un tatuaggio. Una moda che attrae soprattutto le giovani generazioni. Gli esperti fanno notare che una persona su due denuncia effetti collaterali dei tatuaggi, come per esempio la foto-sensibilità. Non esistono però studi epidemiologici che prendano in considerazione rischi, come la possibile cancerogenità degli inchiostri.

Le attuali norme igieniche, sancite a livello europeo, mirano soprattutto a prevenire le infezioni trasmissibili con aghi non sterili, come l’epatite B e l’HIV. Tuttavia, precisano in un comunicato i dermatologi, la qualità e la sterilità degli inchiostri per tatuaggi, che generalmente non sono controllati, è ancora motivo di preoccupazione. Uno studio danese del 2013 ha rilevato che il 10% degli inchiostri esaminati era contaminato da batteri, (Stafilococchi, Streptococchi). Questi inchiostri contaminati possono causare infezioni, specialmente nelle persone a rischio (per esempio persone con malattie cardiache, diabete e pazienti con un sistema immunitario debole).

Gli inchiostri per tatuaggi, aggiungono i dermatologi, sono composti da pigmenti e coloranti, additivi e persino tracce di metalli pesanti nano-particolati. I coloranti per tatuaggio possono rilasciare ammine aromatiche cancerogene e idrocarburi aromatici policiclici. In molti casi, gli ingredienti e i prodotti chimici non sono chiaramente etichettati. Il mercato è scarsamente controllato. Alcuni pigmenti utilizzati negli inchiostri per tatuaggi non sono elencati dal comitato scientifico per i prodotti di consumo (SCCP), un organo consultivo della Commissione europea, e quindi non sono ammessi nei cosmetici. Inoltre, prodotti illegali e contraffazioni di scarsa qualità possono essere facilmente acquistati su Internet.

Su richiesta della Commissione europea, l’ECHA (European Chemical Agency) ha preparato due percorsi per migliorare la composizione degli inchiostri per tatuaggi la loro pubblicazione finale è prevista per la fine del 2018.

“Purtroppo, le proposte dell’ECHA sono ancora insufficienti a garantire inchiostri sicuri senza alcun rischio di tossicità e cancerogenicità”, spiega Christa De Cuyper, dell’EADV. “Per eliminare le sostanze cancerogene e limitare gli effetti tossici a lungo termine, sono necessarie misure rigorose e limiti di sicurezza ben definiti per le sostanze utilizzate, con metodi analitici appropriati per controllare tale uso; le proposte dell’ECHA non forniscono soluzioni adeguate per soddisfare tali requisiti. “

Secondo l’esperta, dovrebbe essere sviluppato un elenco positivo di prodotti sicuri. Gli inchiostri devono essere testati per la loro potenziale tossicità, fototossicità, migrazione di sostanze, cancerogenicità e possibile conversione metabolica.

“Gli inchiostri per tatuaggi dovrebbero soddisfare almeno gli stessi standard di sicurezza dei prodotti cosmetici”, sintetizza De Cuyper. “Sarebbe anche preferibile se fossero sicuri come i farmaci perché sono iniettati sotto la pelle. I tatuatori e i loro clienti, concludono i dermatologi, hanno bisogno di prodotti sicuri e affidabili”.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.