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L’inquinamento atmosferico potrebbe favorire perdita di memoria e Alzheimer

  • Alessandro Visca
  • Medicina

“Questo è il primo studio che mostra, con un modello statistico, che l’inquinamento atmosferico è associabile a cambiamenti a livello cerebrale, connessi con il declino della memoria.”

Così Andrew Petkus, professore di neurologia clinica alla Keck School of Medicine, University of Southern California (Usa) commenta i risultati di uno studio, pubblicato dalla rivista Brain, che ha cercato di stabilire se vivere in un ambiente con aria inquinata possa avere effetti sulle funzioni cognitive nella terza età.

Per questo studio, i ricercatori hanno utilizzato i dati di 998 donne, di età compresa tra 73 e 87 anni, che avevano eseguito fino a due scansioni cerebrali a cinque anni di distanza, all’interno di un grande programma di monitoraggio della salute delle donne, la Women’s Health Initiative, lanciato nel 1993 dal servizio sanitario americano (National Institutes of Health). Un programma che ha arruolato oltre 160.000 donne per studiare malattie cardiache, cancro e osteoporosi.

Le scansioni cerebrali sono state confrontate, utilizzando un programma di intelligenza artificiale, con scansioni del cervello di persone con malattia di Alzheimer. Inoltre, le donne arruolate in questo studio sono state sottoposte a valutazioni specifiche della funzionalità della memoria e delle capacità di apprendimento.

I ricercatori hanno anche raccolto informazioni su dove vivevano le 998 donne, con i dati ambientali provenienti da quelle località, per stimare la loro esposizione all’inquinamento da particelle fini (PM2.5).

Le particelle fini hanno una dimensione che coorisponde a circa 1/30 della larghezza di un capello. Provengono da gas di scarico, fumo e polvere e le dimensioni ridotte permettono loro di rimanere in sospensione per lunghi periodi, possono entrare anche negli ambienti chiusi, sono inalate facilmente, raggiungono l’area cerebrale e si accumulano nel cervello. L’inquinamento da particelle fini è associato ad asma, malattie cardiovascolari, malattie polmonari e minore aspettativa di vita.

I ricercatori hanno usato un modello statistico spazio temporale per stimare l’esposizione media delle donne partecipanti allo studio al PM2.5 e lo hanno confrontato con scansioni cerebrali e con gli esiti dei test sulle funzioni cognitive. I risultati hanno mostrato un’associazione tra esposizione al PM2.5 e modificazioni del cervello, con una minore efficienza delle funzioni della memoria.

“Questo studio – ha detto Petkus – fornisce un altro pezzo del puzzle della malattia di Alzheimer identificando alcuni dei cambiamenti del cervello che collegano l’inquinamento atmosferico e il declino della memoria. “,

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.