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Tornare al lavoro dopo un attacco cardiaco, le 4 regole per non fallire

“I pazienti che si sentono di tornare al proprio lavoro dopo un attacco di cuore, possono farlo con ottime probabilità di successo”. Lo afferma Rona Reibis, cardiologa dell’Università di Potsdam, (Germania), primo autore di un paper pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology, rivista dell’European Society of Cardiology (ESC).

Un’alta percentuale (tra il 67 e il 93%) di pazienti con sindromi coronariche acute (come infarto e angina instabile) riprendono a lavorare entro due o tre mesi. Ma dopo un anno, uno su quattro abbandona. Tra quelli sopra i 55 anni, le donne hanno meno probabilità di tornare al mondo del lavoro rispetto agli uomini.

Il documento, scritto dalla Sezione di prevenzione e riabilitazione secondaria dell’Associazione europea di cardiologia preventiva (EAPC) fornisce ai pazienti alcune indicazioni di base.

Le regole per chi torna al lavoro

  1. Partecipa alla riabilitazione cardiaca (la metà dei pazienti eleggibili non lo fa) seguendo i consigli per uno stile di vita sano, oltre ai suggerimenti personalizzati che ti forniscono i medici (cardiologo, psicologo, fisioterapista, terapista occupazionale) al rientro nel mondo del lavoro.
  2. Non cambiare lavoro.
  3. Se necessario adotta un approccio graduale: inizia con un orario ridotto, lavora da casa una volta alla settimana, fai più pause, delega alcune responsabilità.
  4. Resta in contatto con il tuo medico di base e/o medico aziendale e dosa il carico di lavoro, se necessario.

“Durante i primi due mesi – aggiunge Reibis – se non sei in grado di tenere il passo con il carico di lavoro, cambialo. Non aspettare finché non diventa ingestibile e devi smettere. E cerca di ridurre lo stress, ad esempio rinunciando ad alcune responsabilità per un anno e mezzo”.

Per quanto riguarda il follow-up dopo la ripresa del lavoro, i pazienti che non hanno segni di depressione o ansia e si sentono in grado di svolgere i loro compiti, non hanno bisogno di specifici consigli di follow-up. Sono necessarie ulteriori osservazioni per coloro che hanno problemi legati al lavoro – in genere le persone di mezza età con un lavoro manuale e un elevato carico di comorbidità come obesità, fumo e diabete.

“Questi pazienti necessitano di maggiori controlli e di supporto precisa Reibis. “Ad esempio possono fare un programma più lungo di riabilitazione cardiaca. È molto importante che mantengano i contatti con il proprio medico di famiglia o il medico aziendale e modifichino le attività secondo necessità.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.