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Covid-19, l’apparato digerente come possibile via di trasmissione

I dati clinici e di laboratorio che arrivano dal fronte della lotta al Covid-19 stanno definendo meglio le vie di trasmissione dell’infezione, le manifestazioni cliniche e i meccanismi patogenetici.

Un tema che sta emergendo con sempre maggiori evidenze è la presenza del virus nell’apparato gastrointestinale e, di conseguenza, la possibile trasmissione per via oro-fecale.

A questo argomento è dedicato un recentissimo articolo pubblicato on line da AGGEI (Associazione Giovani Gastroenterologi ed Endoscopisti Italiani).

L’ipotesi del coinvolgimento dell’apparato GI nell’infezione da SARS-CoV-2 si fonda sulla presenza accertata di sintomi gastrointestinali (come vomito, diarrea e dolore), che a volte precedono anche i sintomi respiratori, e sul ritrovamento di RNA virale in campioni fecali.

Nuovi dati arrivano da uno studio pubblicato sulla rivista Gut, nel quale ricercatori cinesi dell’Università di Shanghai hanno analizzato separatamente cinque dataset genomici relativi a cellule presenti in polmoni, esofago, mucosa gastrica, ileo e colon.

Il virus SARS-CoV-2 per l’attacco alle cellule utilizza il recettore enzimatico di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2) a cui si aggiunge il recettore TMPRSS2 (transmembrane serine protease 2) che ne permette la replicazione.

Il nuovo studio ha accertato che ACE2 e TMPRSS2, oltre che nell’apparato respiratorio, sono abbondantemente co-espressi anche nell’epitelio superiore, nelle ghiandole esofagee e negli enterociti di assorbimento in ileo e colon.

L’espressione di ACE2 nello stomaco è invece scarsa, mentre è abbondante quella di TMPRSS2 nelle GMCs (Ganglion mother cells), nelle PMCs (Primary mesenchyme cells) e nelle cellule principali gastriche (Chief cells).

“La sintomatologia in sede intestinale – sottolineano gli esperti di AGGEI – potrebbe quindi essere associabile a un’invasione extra-polmonare del virus. Sebbene i meccanismi mediante i quali SARS-CoV-2 induce disturbi enterici rimangono poco chiari, il coinvolgimento gastrointestinale e la potenziale trasmissibilità oro-fecale sembrerebbero confermati.”

Inoltre, studi precedenti hanno dimostrato come pazienti negativi al virus a livello polmonare, siano risultati positivi alla ricerca virale nelle feci, suggerendo una prolungata permanenza del virus nell’intestino, con conseguente aumento del rischio di trasmissione inconsapevole.

Il coinvolgimento dell’apparato gastrointestinale nell’infezione da Covid-19 risulta quindi un tema importante sia per la diagnosi che per la prevenzione dell’infezione.

Le manifestazioni gastro-intestinali nell’infezione da Sars-Cov2 e alle diverse implicazioni cliniche in gastroenterologia sono il tema di un corso di formazione a distanza (FAD  realizzata con il supporto non condizionato di Yakult), che è a disposizione della classe medica on demand fino al 31 dicembre 2020, sulla piattaforma www.covid19-intestino.it

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.