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Obesità, una nuova classificazione aiuta a combatterla

L’idea di partenza nasce da una constatazione pratica: gli stessi programmi di riduzione del peso hanno risultati molto diversi a seconda del tipo di paziente che il medico ha di fronte. Per questo il Laboratorio per la medicina di precisione nell’obesità (Precision Medicine for Obesity Lab) della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota (Usa) ha condotto uno studio che cerca di individuare diversi fenotipi in relazione alle differenti manifestazioni e alla diversa origine dello squilibrio ponderale.

Per questo studio sono stati arruolati 600 pazienti con un indice di massa corporea (BMI) > 30 kg/m2 e nessun’altra comorbidità correlata all’obesità. I ricercatori hanno utilizzato un algoritmo che utilizza i dati sulle calorie consumate, l’energia bruciata a riposo e lo svuotamento dello stomaco; hanno anche impiegato questionari su alimentazione, esercizio fisico e stato emotivo. In questo modo hanno individuato quattro fenotipi di pazienti obesi:

Questi criteri sono poi stati testati in una diversa coorte di 180 pazienti ed è risultato che il 25% rientrava in più di una categoria e il 9% in nessuna di queste categorie.

In ogni caso, secondo Andres Acosta, della Mayo Clinic, anche se probabilmente si possono individuare anche altri fenotipi questo tipo di approccio rappresenta un nuovo modo di classificare l’obesità, che aiuta a capire la differente origine di questa condizione.

“Quelli che dicono che l’obesità è un disturbo comportamentale – spiega Acosta – possono avere ragione solo se ci si riferisce al fenotipo della fame emotiva.”

Diversa è la condizione di chi ha un metabolismo carente o uno scarso dispendio di calorie.

I ricercatori della Mayo Clinic stanno anche testando i risultati di un approccio farmacologico alla obesità guidato dal criterio del fenotipo.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.