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tumore mammella

Obesità, sindrome metabolica e tumore alla mammella dopo la menopausa

Obesità e sindrome metabolica hanno una relazione con l’incidenza del tumore alla mammella nelle donne dopo la menopausa? È questa la domanda a cui hanno cercato di rispondere i ricercatori del Lundquist Institute di Torrance, California (Usa), con un’analisi dei dati di un’ampia popolazione di donne, già arruolate  -tra il 1993  e il 1998- nello studio randomizzato Women’s Health Initiative (WHI).

Il risultato è che sindrome metabolica (MetS) e obesità hanno entrambi un’associazione con lo sviluppo del tumore alla mammella, ma in modo indipendente e con differenti modalità.

Lo studio su oltre 63mila donne

L’analisi pubblicata sulla rivista Cancer si basa su dati di 63.330 donne di età compresa tra 50 e 79 anni, in post-menopausa, libere da diagnosi di tumore mammario e con esami mammografici nella norma, arruolate nello studio randomizzato WHI.

In questo campione i ricercatori hanno ha valutato nel corso di 20 anni di follow-up l’incidenza di tumore della mammella, la mortalità per lo stesso, i decessi per qualsiasi causa sopraggiunti dopo la malattia e la relazione con sindrome metabolica e obesità. Durante due decenni si sono verificati 4.562 nuovi casi di tumore della mammella, 659 decessi a esso correlati e 2.073 decessi occorsi dopo la malattia.

Il calcolo del punteggio MetS, articolato in tre livelli (0; 1-2; 3-4) e utilizzato nell’analisi, si è basato su parametri rilevanti ai fini della definizione di sindrome metabolica, quali: circonferenza vita elevata (≥88 cm); ipertensione (livelli di pressione sistolica ≥ 130 mmHg e/o diastolica ≥ 85 mmHg) oppure storia di ipertensione; storia di ipercolesterolemia; storia di diabete.

L’associazione di obesità e sindrome metabolica con l’incidenza e la forma di tumore

Nelle donne che si sono ammalate la sindrome metabolica sembra influire sulle caratteristiche della malattia, ma non sull’incidenza complessiva di tumore mammario. A parità di BMI, le donne con punteggio MetS più elevato, (3-4) rispetto a quelle con MetS pari a 0, presentavano maggior rischio di sviluppare forme tumorali a cattiva prognosi (Hazard Ratio:1,47)

Le stesse donne inoltre presentavano un maggior rischio di decesso per tumore mammario (HR: 1,44) e di mortalità per tutte le cause dopo la malattia (HR: 1,53).

Per quanto riguarda l’influenza dell’obesità, questa è risultata  -a parità di punteggio MetS- associata con una maggior incidenza complessiva di tumore mammario, correlata direttamente con l’andamento dei valori di BMI; all’aumento di indice di massa corporea corrisponde quindi un aumento del rischio di sviluppare il tumore. Ma in questi casi si tratta, più probabilmente, di forme tumorali considerate a buona prognosi, ossia Er+/Pr+.

Due target indipendenti per le strategie di prevenzione

In sintesi, la sindrome metabolica è associata a forme di tumore mammario a cattiva prognosi, a prescindere dall’obesità. D’altra parte, l’obesità comporta -indipendentemente dalla sindrome metabolica – una maggior incidenza complessiva di tumore mammario, ma più probabilmente a buona prognosi.

Secondo questi risultati, sindrome metabolica e obesità si configurano come due distinti, e complementari, target per le strategie di prevenzione del rischio di tumore della mammella, in termini di incidenza e mortalità.

Redazione

articolo a cura della redazione