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melanoma

Tumori della pelle, nuove terapie per i casi non risolti dalla chirurgia

  • Alessandro Visca
  • Sanità

Carcinoma cutaneo a cellule squamose e il carcinoma basocellulare sono i due tumori della pelle più diffusi. Nella grande maggioranza dei casi (95-99%) è possibile intervenire chirurgicamente con alte percentuali di guarigione, tuttavia in alcuni casi la malattia è particolarmente aggressiva o il tumore si trova in zone anatomiche in cui non è possibile intervenire chirurgicamente. Alcune recenti novità terapeutiche consentono oggi di curare i casi  non risolvibili con la chirurgia.

Nelle scorse settimane è stata approvata da AIFA  la rimborsabilità per cemiplimab, un’immunoterapia specifica che per la prima volta consente la regressione o, in alcuni casi, la guarigione del carcinoma cutaneo a cellule squamose anche nei casi più complessi. Da poco è inoltre disponibile una terapia somministrabile per via orale e ben tollerata anche per i carcinomi basocellulari localmente avanzati.

Il carcinoma basocellulare della cute è il tumore della pelle più frequente in Italia con 64 mila nuovi casi ogni anno. Ed è più che raddoppiata in 20 anni l’incidenza del carcinoma cutaneo a cellule squamose, che con 19 mila casi l’anno si colloca al secondo posto tra i tumori della pelle più comuni. La prevenzione  passa da un’esposizione limitata al sole e dall’uso costante di filtri solari con fattore di protezione almeno da 30.

I quaderni della Fondazione AIOM

Per contribuire a una migliore conoscenza di queste malattie, delle regole della prevenzione, della diagnosi e delle cure disponibili Fondazione AIOM ha pubblicato, con il contributo educazionale di Sanofi, due Quaderni Informativi sul carcinoma cutaneo a cellule squamose e sul carcinoma cutaneo basocellulare, che spiegano in maniera semplice e completa i fattori di rischio, come si esegue la diagnosi e quali sono i trattamenti a disposizione.

“Il carcinoma cutaneo a cellule squamose è il secondo tumore della pelle più frequente dopo il carcinoma basocellulare: l’incidenza è in aumento e negli ultimi vent’anni è più che raddoppiata – afferma Stefania Gori, Presidente di Fondazione AIOM e Direttore del Dipartimento Oncologico IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, Negrar di Valpolicella – Colpisce soprattutto in età avanzata perché è un tumore che si sviluppa con l’esposizione cronica ai raggi del sole: l’età media dei pazienti è 70 anni ed è più a rischio chi lavora all’aperto e chi ha un fototipo chiaro, con capelli biondi e occhi azzurri. Il Quaderno Informativo nasce per far conoscere ai cittadini questo tumore e come proteggersi, ma anche per sottolineare come oggi sia molto più curabile rispetto al passato anche nelle forme avanzate e metastatiche, peraltro rare”.

“L’impatto del carcinoma localmente avanzato o metastatico è visivamente molto elevato, sia a livello psicologico perché i pazienti si isolano per il loro aspetto, sia a livello clinico perché si tratta di un tumore molto aggressivo, nel quale il controllo di malattia non superava di solito pochi mesi (circa 4) – aggiunge Paola Queirolo, direttore della Struttura di Oncologia Medica del Melanoma, Sarcoma e Tumori Rari all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e Coordinatore Nazionale Linee Guida AIOM Tumori Cutanei Non-Melanoma –. Finora non avevamo armi contro i tumori non operabili, l’immunoterapia specifica con cemiplimab offre invece speranze concrete anche a questi pazienti: il carcinoma cutaneo a cellule squamose risponde infatti molto bene a questo anticorpo anti-PD-1, che ‘sblocca’ la risposta immunitaria del paziente. Si tratta infatti di un tumore che si sviluppa a causa di numerose mutazioni che portano alla comparsa di altrettanti neoantigeni tumorali: rimuovendo il freno al sistema immunitario, la risposta contro il tumore è rapida ed efficace. I dati mostrano che la mediana di ottenimento di una risposta per una regressione del tumore è due mesi, mentre la mediana di una risposta completa per circa il 20% dei pazienti è un anno. Inoltre, la risposta al trattamento, che prevede infusioni endovenose ogni 3 settimane per 2 anni, migliora e aumenta nel tempo. Complessivamente questa terapia fornisce il 75% di controllo clinico del tumore, composto da risposte e stabilizzazioni.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.