Covid-19, la pandemia può avere alterato la nostra percezione del rischio?
La prolungata emergenza sanitaria e sociale provocata dalla pandemia da Covid-19 ha inciso sulla salute e mentale e sul benessere psicologico a livello di popolazione, con aumento di ansia e depressione, come segnalato dai centri assistenza specializzati e dai dati raccolti in diverse ricerche su questo tema.
Una diversa prospettiva sui possibili effetti della pandemia sulle capacità cognitive ci viene da un’originale ricerca condotta da psicologi e neurologi della McGill University di Montreal in Canada e del Montreal Neurological Institute-Hospital, pubblicata su Plos One. Lo studio ha evidenziato che la pandemia potrebbe avere inciso sulla capacità complessiva di valutazione del rischio. In pratica è stata rilevata una tendenza a sottovalutare eventi e probabili e a sopravvalutare eventi improbabili. Un quadro che descrive bene, ad esempio, alcuni atteggiamenti verso la vaccinazione anti-covid.
Una batteria di test per valutare capacità cognitive e capacità di valutazione
I ricercatori hanno intervistato online più di 1.500 americani da aprile a giugno 2020. Ai partecipanti è stato chiesto di valutare il loro livello di preoccupazione per la pandemia da Covid-19 e di completare una serie di test psicologici per misurare le loro capacità cognitive di base, come l’elaborazione e il mantenimento delle informazioni. I dati sono stati poi confrontati con i risultati degli stessi test raccolti prima della pandemia.
Per avere un’idea del tipo di valutazione, i partecipanti hanno eseguito test di elaborazione delle informazioni in cui è stato chiesto loro di abbinare coppie di cifre e simboli secondo una regola fissa. Le attitudini al rischio sono state misurate utilizzando un compito di decisione economica in cui hanno effettuato una serie di scelte ipotetiche tra un’opzione “certa” (ad esempio, una vincita sicura di 75 dollari) e un’opzione “rischiosa” (ad esempio una probabilità del 25% di non vincere nulla e una probabilità del 75% di vincere 100 dollari).
Uno degli aspetti più interessanti emersi da questa sofisticata indagine sulle reazioni a un fattore di stress su larga scala riguarda le differenze nella valutazione del rischio prima e dopo la pandemia, che indicano una minore lucidità nella valutazione degli eventi più o meno probabili. Un fattore che, secondo gli autori di questo studio, andrebbe considerato anche per quanto riguarda la reazione ai messaggi che riguardano vaccinazione e prevenzione del contagio.
Kevin da Silva Castanheira, del Dipartimento di Psicologia della McGill University e primo autore dello studio ha dichiarato:
I disturbi associati alla preoccupazione osservati in questo studio suggeriscono che in periodi di forte stress, come una pandemia globale, la nostra capacità di pensare, pianificare e valutare i rischi è alterata. Comprendere questi cambiamenti è fondamentale poiché la gestione di situazioni stressanti spesso si basa su queste capacità”.