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Malattia di Parkinson, le vitamine C ed E abbassano il rischio

L’assunzione con la dieta di vitamina C ed E ha un ruolo protettivo rispetto al rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. Lo suggeriscono i risultati di un nuovo studio su una popolazione molto ampia. Il ruolo di queste due vitamine emerge anche nel confronto con gli altri antiossidanti.

Antiossidanti e rischio di Parkinson

La ricerca, pubblicata su Neurology, è stata realizzata utilizzando i dati della Swedish National March Cohort una grande banca dati, che raccoglie le risposte di 43.865 partecipanti ad un ampio questionario (36 pagine) su alimentazione, attività fisica e storia clinica.

L’analisi dei ricercatori aveva lo scopo di stabilire una relazione tra assunzione di antiossidanti e rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. Con questo obiettivo è stata valutata non solo l’assunzione di singoli antiossidanti (vitamina E, vitamina C, beta-carotene) ma anche la capacità antiossidante totale della dieta, un parametro che tiene conto delle interazioni tra i diversi antiossidanti.

Sono stati analizzati i dati dal 1 ottobre 1997 (partenza dello studio) al 31 dicembre 2016. Escludendo i soggetti deceduti e coloro che hanno cambiato residenza sono stati valutati 41.058 partecipanti. Il tempo medio di follow-up è stato di 17,6 anni, durante i quali sono stati rilevati 465 casi incidenti di Parkinson. L’età media alla diagnosi era di 74,6 anni.

I dati sono stati corretti considerando fattori confondenti come sesso, Body Mass Index, attività fisica totale, istruzione, fumo e assunzione di alcol.

I partecipanti al più alto livello di assunzione di vitamine e antiossidanti totali erano generalmente più anziani, più istruiti e consumavano maggiori quantità di frutta e verdura. I partecipanti al terzile più basso avevano maggiori probabilità di essere fumatori e avevano una maggiore assunzione totale di latticini.

Le vitamine E e C riducono il rischio di Parkinson

Dopo aver aggiustato i dati per i diversi fattori confondenti, i ricercatori hanno rilevato che il rischio di Parkinson era inferiore del 32% tra le persone nel più alto terzile di assunzione di vitamina E, rispetto a quelle nel terzile più basso. I soggetti classificati al terzile più alto di assunzione di vitamina C, rispetto a quelli del terzile più basso, avevano un rischio di Parkinson ugualmente inferiore del 32%. Infine, i partecipanti al terzile più alto di assunzione di vitamina E e C avevano un rischio inferiore del 38% di sviluppare il Parkkinson rispetto a quelli del terzile più basso.

I ricercatori non hanno trovato alcuna associazione tra beta-carotene nella dieta o antiossidanti totali e rischio di Parkinson.

Effetto maggiore sui soggetti obesi e in sovrappeso

Le analisi dei sottogruppi hanno indicato che la vitamina E ha avuto un effetto più forte sulle persone in sovrappeso o obese. I soggetti con questa caratteristica che erano nel più alto terzile di assunzione di vitamina E avevano un rischio inferiore del 56% di Parkinson. Inoltre, tra i partecipanti con un basso consumo di caffè, quelli nel più alto terzile di assunzione di vitamina C avevano un rischio ridotto del 46% di Parkinson. Tra i partecipanti in sovrappeso e obesi, quelli nel più alto terzile di assunzione di vitamina C avevano un rischio inferiore del 48% di Parkinson.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.