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Telemedicina, second opinion più veloce con il teleconsulto

Ottenere una second opinion diventa più veloce con la condivisione dei dati del paziente, grazie al teleconsulto; è quanto emerso nel corso dell’evento dedicato a ‘Tecnologie digitali per multidisciplinarietà e networking fra professionisti della salute”, terzo appuntamento, di un programma di eventi virtuali dedicati alla Medicina Digitale promosso da Pfizer Healthcare Hub e organizzato da Healthware Group.

La Digital Health, i dispositivi medici di ultima generazione e la telemedicina ci stanno portando verso cure integrate, dove la multidisciplinarietà, il teleconsulto, la telegestione e l’interoperabilità dei dati del paziente stanno diventando il new normal. In questo contesto, il paziente/persona è sempre “al centro”, per un migliore approccio alla cura e al patient journey, senza dimenticare i vantaggi, anche organizzativi e di comunicazione, che le nuove tecnologie offrono alle aziende sanitarie. Si aggiungono a ciò, innovazione e creatività di giovani startup internazionali, che mettono sul campo strumenti digitali innovativi, per il networking, adatti alla pratica clinica di medici e specialisti.

La medicina digitale sta cambiando anche la comunicazione tra medici

Ogni giorno abbiamo la conferma della necessità di integrare la medicina tradizionale e quella digitale. Solo così, infatti, potremo offrire alle persone nuove terapie e facilitare un approccio multidisciplinare alla scienza medica. Grazie alla medicina digitale, infatti, stanno nascendo nuovi modi di comunicare non solo tra medico e paziente, ma anche tra medici e questo è un volano fondamentale sia per la ricerca che per la cura”.

È da questa considerazione di Paivi Kerkola, AD di Pfizer Italia, che ha preso il via il terzo appuntamento ConnAction.

“Nella nuova normalità che stiamo vivendo, – ha sottolineato Kerkola – abbiamo una chiara conferma del ruolo essenziale della Digital Health nella pratica medica e del suo valore nell’offrire nuove dinamiche di comunicazione, non solo tra medico e paziente, ma anche tra professionisti della salute. La pandemia ha reso ancora più evidente l’assoluta necessità di integrazione tra sanità tradizionale e digitale e l’offerta di nuovi strumenti che facilitano l’approccio multidisciplinare alla cura del paziente. La collaborazione tra professionisti della salute, le second opinion tra specialisti e le segnalazioni tra ospedali specializzati fanno parte, da sempre, della pratica clinica quotidiana e sono destinate a diventare ancora più centrali nel prossimo futuro”.

Diritti del paziente e comunicazione tra clinici

Massimo Di Maio, AO Ordine Mauriziano, Torino Dipartimento di Oncologia Università di Torino e Segretario Nazionale di AIOM, citando un paper pubblicato recentemente su Critical Reviews In Oncology/Hematology (1) ha detto:

La second opinion è un diritto del paziente, ma è anche diritto del medico condividere la situazione clinica al fine di iniziare il miglior percorso di cura”.

Il riferimento è al decalogo AIOM (2) sulle raccomandazioni all’oncologo che ha in cura il paziente, cui quest’ultimo, potenzialmente, può voler richiedere una second opinion e le raccomandazioni per i professionisti che si trovano chiamati ad esprimerla.

è sempre utile la condivisione dei feedback ed il confronto con il Collega di riferimento oltre al medico di medicina generale, nell’ottica di prendere decisioni che facciano star sereno il paziente”.

Luca Balzarini, Humanitas Research Hospital and Humanitas University, Chief of Department of Diagnostic Imaging ha sottolineato l’importanza della revisione dei modelli di cura che vanno verso la decentralizzazione dell’assistenza, la condivisione dei dati e dell’utilizzo del teleconsulto come approccio multidisciplinare. Un esempio, nell’ambito della radiologia è riferito alla radiogenomica come approccio multidisciplinare.

Balzarini ha esposto inoltre, l’esperienza innovativa di teleconsulto di Humanitas e Pio X con l’apporto di Vodafone, per il passaggio in “real time”, di immagini e dati clinici del paziente grazie alla banda larga (5G).  “Non si muove il clinico, ma si muovono le immagini”, come da esperienza di telegestione per le risonanze magnetiche tra la Clinica Humanitas e la Clinica Pio X di Milano.

La sessione dell’evento dedicata alle quattro startup ha riscosso molto interesse negli esperti presenti, che hanno posto domande su sicurezza dei dati, interoperabilità dei dati, gestione della privacy e aspetti regolatori dei vari dispositivi. Le quattro startup hanno riferito delle loro soluzioni, selezionate con cura da Pfizer perché validate e specifiche per il networking tra professionisti della salute.

  1. https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1040842821000706?via%3Dihub
  2. https://www.aiom.it/decalogo-della-seconda-opinione-in-oncologia/

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.