Influenza stagionale in arrivo, con il Covid sullo sfondo
Un incontro organizzato da Assosalute fa il punto delle previsioni sui possibili contagi dell’influenza stagionale e sull’atteggiamento della popolazione italiana.
Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati a livello sanitario dalla pandemia di COVID-19, mentre l’influenza ha avuto una diffusione molto limitata, probabilmente per effetto anche dei ripetuti lockdown, del distanziamento sociale e delle mascherine. Per la prossima stagione invernale si prospetta invece una ripresa dei contagi per influenza, associata in parte al fatto che molte persone hanno abbassato la guardia nei confronti del COVID e stanno tornando lentamente alle abitudini precedenti la pandemia. È questo uno degli argomenti trattati nel recente incontro stampa “Tra pandemia e influenza stagionale: cosa dobbiamo sapere e cosa dobbiamo fare”, organizzato da Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica.
Fabrizio Pregliasco, professore associato del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario aziendale dell’IRCCS Ospedale Galeazzi, ha detto:
Si stima che i casi d’influenza in Italia possano arrivare a 6 o 7 milioni, un dato in crescita rispetto agli scorsi anni, come dimostrano anche le osservazioni sull’emisfero australe, dove l’influenza è in corso. Dobbiamo poi considerare l’aumentata quantità di virus respiratori e la minore esposizione della popolazione a microorganismi patogeni come virus e batteri negli ultimi due anni, da ricondurre alle restrizioni sociali adottate nelle stagioni precedenti, che ha non solo ridotto la diffusione del SARS-CoV-2, ma anche quella degli altri virus influenzali.”
Il 40% degli italiani dichiara di voler fare il vaccino antinfluenzale
Un argine verrà molto probabilmente dalla vaccinazione: circa il 40% dei nostri connazionali, secondo un’indagine epidemiologica presentata da Assosalute, dichiarano l’intenzione di farla, e la percentuale di favorevoli è ancora più elevata tra gli over 65: 66%.
Sempre in tema d’influenza, gli italiani sembrano aver metabolizzato un atteggiamento prudente e consapevole nei confronti di un’ipotetica comparsa dei sintomi influenzali. Secondo la stessa indagine il 45,6% del campione ha dichiarato che il comportamento più saggio in caso di sintomi influenzali sia restare a riposo e ricorrere ai farmaci di automedicazione. Il ricorso al medico è da riservare invece a situazioni in cui non si osserva un miglioramento nel giro di qualche giorno.
Il Covid rimane un fronte aperto anche per il MMG
Se dunque gli italiani sembrano pronti ad affrontare la stagione influenzale, sullo sfondo rimarrà lo spauracchio del contagio da Sars-CoV-2, che si prevede meno diffuso rispetto al passato, in parte per la quota elevata di persone che l’hanno già contratto, in parte per il numero di vaccinati.
ci sarà un andamento ondulante della curva epidemiologica: questo sia a causa della rapidità con cui si diffondono le varianti, sia a causa della presenza o assenza di vaccinazioni o di casi di malattia recente, ovvero chi si è negativizzato da poco”
Ha aggiunto Pregliasco, che sottolinea come non si debba sottovalutare la pericolosità della malattia da Covid, che “uccide ancora quattro volte tanto dell’influenza.”
Dello stesso parere Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), che ha detto:
Il SARS-CoV-2, soprattutto nelle varianti Omicron, non è più benigno rispetto a quanto visto con le altre varianti. Viene infatti intercettato nelle vie aeree superiori, mentre le inferiori vengono protette grazie alla vaccinazione”,
Cricelli ha voluto ricordare i difficile periodo pandemico e l’impatto sul medico di medicina generale:
abbiamo tutti vissuto un totale sconvolgimento dell’accesso allo studio del Medico di Famiglia come inizialmente concepito e abbiamo fatto esperienza di nuove regole e normative che hanno contribuito a modificare le abitudini di ognuno di noi, sia medici che pazienti.”
Il MMG rimane comunque un punto di riferimento fondamentale per la popolazione: il 66% degli intervistati ha dichiarato di rivolgersi a lui in caso di sintomi influenzali, anche se le generazioni più giovani sembrano fare affidamento su “dottor Google” cercando informazioni in Rete.