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Diabete di tipo 2 e sonno, i “gufi” sarebbero più a rischio delle “allodole”

Il cronotipo notturno, caratterizzato dall’abitudine di coricarsi tardi e svegliarsi di conseguenza tardi, noto come “gufo” (in contrapposizione a quello delle “allodole”, che tendono a addormentarsi presto e a svegliarsi prima) sarebbe associato a un aumento del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. È quanto risulta da un recente studio condotto da ricercatori del Brigham and Women’s Hospital, e pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine.

Sulla base del già noto legame tra sonno irregolare (tipico dei “gufi”) e maggior rischio di incorrere in diabete e malattie cardiovascolari, i ricercatori hanno esaminato la relazione tra cronotipi e rischio di diabete, senza tralasciare l’influenza dello stile di vita.

La ricerca si è basata sull’analisi di dati e informazioni relativi a 63.676 infermiere, di età compresa tra 45 e 62 anni, reclutate dallo studio di popolazione Nurses’ Health Study nel periodo 2009-2017. Si tratta di uno più vasti studi che indaghino i fattori di rischio associati alle principali patologie croniche nelle donne, e prevede il follow-up regolare delle partecipanti, oltre a valutazioni degli aspetti legati allo stile di vita ripetute nel tempo. Il dato relativo al cronotipo era auto-riferito dalle partecipanti, attraverso uno specifico strumento psicometrico validato (Morningness-Eveningness Questionnaire), così come l’incidenza di diabete.

Il cronotipo notturno è associato a un aumento del 19% del rischio di sviluppare diabete di tipo 2, rispetto al mattiniero

Una prima analisi ha evidenziato come le donne che avevano dichiarato di appartenere a un cronotipo notturno, presentassero un aumento del rischio di sviluppare diabete pari al 72%.

Tale risultato prescindeva tuttavia dai fattori legati ad abitudini e stile di vita; dopo aver introdotto variabili riguardanti tipo di alimentazione, peso, BMI, sonno, abitudine tabagica, consumo di alcol, attività fisica e storia familiare di diabete, risulta che il cronotipo notturno è associato a un rischio di diabete aumentato del 19% rispetto al cronotipo mattiniero (HR 1,19; IC: 1,03-1,37).

Precisa il primo autore Sina Kianersi (Brigham’s Channing Division of Network Medicine)

dopo aver controllato per gli effetti degli stili di vita, l’associazione tra cronotipo e rischio di diabete si è ridotta, ma è rimasta significativa; segno che lo stile di vita spiega una gran parte della relazione tra cronotipo notturno e rischio di diabete”.

I cronotipi notturni sono associati a stili di vita scorretti

I risultati dell’analisi confermano l’associazione tra cronotipo notturno e abitudini scorrette;  i “gufi” sono più probabilmente avvezzi al consumo di alcolici, al fumo, a una alimentazione di cattiva qualità; spesso risultano in sovrappeso e mancano di attività fisica regolare.  Solo il 6% delle donne che seguiva uno stile di vita “sano” è risultato appartenere al cronotipo notturno, contro il 25% di quelle con uno stile di vita scorretto.

Tali risultati dovrebbero essere in futuro approfonditi, sia rispetto al tipo di popolazione studiata, in questo caso composta da donne bianche, che al nesso causale. Infatti è possibile che altri fattori, tra cui le determinanti genetiche, possano contribuire alla determinazione del cronotipo individuale, alla  propensione verso uno stile di vita malsano e al rischio di diabete. Le future ricerche dovrebbero indagare inoltre l’associazione  tra cronotipo e malattie cardiovascolari, in popolazioni più vaste ed eterogenee. Conclude Kianersi:

la definizione della relazione causale tra cronotipo e malattie croniche potrebbe  essere molto utile ai medici, al fine di personalizzare strategie di prevenzione per i propri pazienti.”

Redazione

articolo a cura della redazione