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diabete glicemia

DMT2 a esordio giovanile, bassa l’aderenza alle terapie per le comorbidità

I giovani adulti a cui è stato diagnosticato il diabete di tipo 2 (DMT2) nell’infanzia tendono a una bassa aderenza terapeutica, e non assumono correttamente i medicinali per il controllo di pressione e colesterolo. È quanto risulta da una nuova ricerca pubblicata su Jama network Open, che mette in luce il rischio, per questa categoria di persone, di sviluppare malattia renale o ictus. Paula Trief, docente di Psichiatria s Scienze comportamentali presso New York Upstate Medical University di Syracuse, autrice dell’articolo, afferma

L’esordio giovanile del diabete di tipo 2 appare come una forma più invasiva, che comporta spesso lo sviluppo di comorbidità e complicanze più gravi e precoci.”

Lo studio sull’aderenza alle terapie per ipertensione, nefropatia e ipercolesterolemia in pazienti con diabete tipo 2 a esordio giovanile

I risultati si basano sull’analisi di un sottogruppo composto da 243 individui, con età media di 26 anni, originariamente arruolati nello studio TODAY (Treatment Options for Type 2 Diabetes in Adolescents and Youth) che nel periodo 2004-2011 aveva arruolato pazienti con diabete tipo 2 di età compresa tra 10 e 17 anni, in trattamento per ipertensione, nefropatia o displipidemia.

La ricerca è stata condotta e conclusa tra il 2017 e il 2019; l’aderenza è stata stimata confrontando il numero di pillole assunte in due punti nel tempo, in base al numero di pillole prescritte e assunte e con l’impiego di una formula matematica. È stato quindi stabilito il grado di aderenza con cut-off all’80%.

Si tratta di una novità per la letteratura; gli studi sull’aderenza terapeutica che coinvolgano persone che abbiano ricevuto una diagnosi di DMT2 da oltre 10 anni, ma che si trovano ancora nella seconda decade di vita, sono rari.

Al fine di valutare il numero di pillole assunte, è stato utilizzato un metodo (già impiegato nelle ricerche sull’HIV e considerato più affidabile rispetto al dato autoriferito dai pazienti) che consiste nel contattarli per telefono senza preavviso, e rilevare  il numero di pillole prescritte, le dosi in mg, il numero di refill e la data di refill.  I partecipanti sono stati quindi chiamati una volta al mese, per i tre mesi successivi l’inizio di questa analisi, e ancora una volta al mese, per tre mesi consecutivi, dopo un anno.

I risultati hanno mostrato che l’80% dei pazienti con ipertensione o nefropatia aveva una bassa aderenza (inferiore all’80%) ai trattamenti per queste patologie così come il 93,8% di quelli con colesterolo elevato.

Le possibili cause della scarsa aderenza alle terapie

A parziale giustificazione della scarsa aderenza riscontrata, potrebbe essere considerato il costo delle terapie, che in questo caso era a carico dei partecipanti. Gli stessi, inoltre, si trovavano in alcuni casi in difficoltà economiche e legate a questioni pratiche, riguardanti l’assicurazione sanitaria o il proprio sostentamento.

Dalla ricerca è emerso anche come l’avere dubbi rispetto all’assunzione di farmaci per la pressione arteriosa si correla con la probabilità di essere meno aderente alle terapie. Pertanto, gli Autori suggeriscono ai medici di spingere i pazienti a esprimere i propri dubbi sui farmaci, piuttosto che limitarsi alla prescrizione.

Redazione

articolo a cura della redazione