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sigaretta elettronica

E-cig, a rischio anche la salute del cavo orale

Le sigarette elettroniche oltre ai noti danni cardio-polmonari potrebbero esporre a un aumentato rischio di patologie odontoiatriche

Il 2022 è stato teatro di una serie di studi che hanno valutato i rischi per la salute della pratica del cosiddetto svapo che dilaga ormai in tutto il mondo, ma che è sempre più diffusa soprattutto fra i giovani americani (1) a seguito dei pesanti divieti USA contro il fumo (2).

Dal 2015 al 2018 un fumatore di sigarette tradizionali su 5 è passato a quelle elettroniche e 3 su dieci hanno iniziato a fumare entrambi i tipi di sigarette (3).

Le e-cigarettes sarebbero d’aiuto nell’astinenza da tabacco (4) dimostrandosi peraltro meno dannose di quelle tradizionali (5), ma nel 2020 in USA si è verificato un picco di ricoveri per danno polmonare associato al loro uso (6) poi rientrato grazie alle politiche di contenimento avviate dalla FDA (7).

Scenario patologico nuovo

Ciò che però sta emergendo dagli ultimi studi sposta l’attenzione sul tipo di danno indotto dalle e-cigarette: non già il distretto cardio-polmonare, bensì il cavo orale e il suo microbiota dove favorisce la crescita del patogeno opportunista Streptococcus mutans, noto per causare carie dentale (8).

Uno studio pubblicato a dicembre da 5 centri USA su Jama (9) sottolinea un aumento del rischio per malattie gengivali, lesioni orali precancerose, escavazione ossea perialveolare, sfaldamento della dentina e/o perdita dei denti per carie o malattie gengivali, oltre a sanguinamento dopo uso di spazzolino o filo interdentale aumentato del 27%.

Sono stati monitorati circa 16mila soggetti di ambo i sessi dal 2013 al 2019: il 16-19% fumava sigarette tradizionali, il 2% sigari e il 3% e-cigarettes.

Le normali sigarette hanno evidenziato un rischio aumentato del 33% per malattie gengivali e del 35-43% per perdita dei denti, mentre l’uso di sigari un rischio più che raddoppiato per malattie precancerose e lesioni orali.

Riguardo le e-cigarettes l’esposizione allo svapo risulta di tipo alimentare per i commensali orali: il vapore entrato nel cavo orale viene subito scomposto dai batteri buccali che ne ricavano una sovraesposizione alimentare quotidiana.

Con il tempo si crea un ricco biofilm che favorisce lo stato infiammatorio: confrontando la salute orale di chi aveva svapato per soli 5 mesi con quella di chi fumava da almeno 5 anni si è osservato che l’infiammazione tra i vapers, nonostante un’esposizione inferiore in termini di tempo, era equivalente a quella dei fumatori, indicando che con lo svapo l’azione batterica è molto più rapida (10).

BIBLIOGRAFIA

  1. https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2755265
  2. https://www.cdc.gov/tobacco/data_statistics/sgr/2012/index.htm
  3. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2211335519301809?via%3Dihub
  4. https://www.cochranelibrary.com/cdsr/doi/10.1002/14651858.CD010216.pub2/full
  5. https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0198047
  6. https://www.cdc.gov/mmwr/volumes/69/wr/mm6903e2.htm?s_cid=mm6903e2_w
  7.  https://www.fda.gov/news-events/fda-voices/how-fda-regulating-e-cigarettes
  8. https://journals.asm.org/doi/10.1128/spectrum.02421-21
  9. https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2799347
  10. https://jada.ada.org/article/S0002-8177(22)00577-3/fulltext
Cesare Peccarisi

Giornalista scientifico, neurologo, editorialista del Corriere Salute, Responsabile Comunicazione Scientifica della Società Italiana di Neurologia (SIN)