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Iperidrosi, in arrivo un nuovo trattamento topico anticolinergico

Buone notizie per chi soffre di iperidrosi, un disturbo che secondo le stime colpisce l’1-3% della popolazione generale. Per questo disturbo funzionale cronico, dovuto a un’alterata regolazione del sistema nervoso simpatico, sarà presto disponibile un nuovo trattamento terapeutico.

Anna Campanati, professore associato presso la Clinica dermatologica dell’Università Politecnica delle Marche e membro del comitato scientifico della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e di Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), ha spiegato:

quest’anno sulla scia di quanto avvenuto in Germania è stata approvata anche in Italia dall’AIFA una terapia topica a base di glicopirronio bromuro all’1 per cento, che fa sperare in una vera rivoluzione nel trattamento dell’iperidrosi. Dopo 8 giorni infatti la terapia è già in grado di ridurre la produzione del sudore. I dati a lungo termine emersi dagli studi di matrice teutonica hanno dimostrato che questo effetto è mantenuto nel tempo fino a 76 settimane ed è privo di effetti collaterali perché agisce sui recettori dell’acetilcolina, neurotrasmettitore che stimola la secrezione delle nostre ghiandole sudoripare innervate da fibre colinergiche del sistema nervoso simpatico. Bloccando i recettori dell’acetilcolina si blocca quindi l’input della sudorazione. Il meccanismo è analogo a quello della tossina botulinica che però è una molecola di grandi dimensioni, per cui se applicata sulla pelle non penetra e non raggiunge la terminazione nervosa. Questo anticolinergico invece ha un peso molecolare piccolo e una volta applicato sulla cute penetra all’interno raggiungendo la terminazione nervosa che blocca il meccanismo. Al tempo stesso non entra in circolo nel sangue, quindi non si verificano effetti sistemici.”

L’approvazione rappresenta una vera svolta dal punto di vista terapeutico, considerato che finora il trattamento di prima linea era limitato a prodotti antitraspiranti a uso topico, non solo poco efficaci, poiché agiscono bloccando l’escrezione senza agire sullo stimolo, ma anche irritanti. Si tratta infatti di prodotti che contengono cloruro di alluminio, un sale che, a contatto con l’acqua contenuta nel sudore, dà origine ad una reazione acida. In seconda linea, finora era indicata la tossina botulinica che oltre a essere molto costosa, veniva utilizzata da pochissimi specialisti, oppure, in casi estremi, la simpaticectomia toracica post gangliare.

I falsi miti da sfatare sull’iperidrosi

Considerando il notevole impatto sulla qualità della vita dei soggetti che ne sono colpiti, anche in termini di stigma sociale, in occasione dell’approvazione del nuovo farmaco la SIDeMaST ha voluto smentire credenze e preconcetti che circolano ancora sulla  iperidrosi.

La prima è che il sudore in eccesso è dovuto ad acqua prodotta in eccesso, che ha un effetto di rimozione dei batteri: di conseguenza l’iperidrosi non è associata a un cattivo odore della persona. Per quanto riguarda invece i rimedi, o presunti tali, a questa condizione, occorre ribadire che non esistono detergenti in grado di agire riducendo la sudorazione, e la rasatura non ha effetti, perché la presenza o meno dei peli non influenza la sudorazione.

Neppure l’alimentazione influenza la sudorazione, a eccezione del consumo di alcuni cibi piccanti. Inoltre, non è una condizione che si aggrava con la stagione calda. Per ciò che concerne infine le condizioni psicologiche che accompagnano l’iperidrosi, occorre sottolineare che non si suda perché si è ansiosi: viceversa, si diventa ansiosi perché si suda, (o meglio: può insorgere un’ansia anticipatoria).

La vergogna in chi soffre di idrosi è comprensibile, ma priva di fondamento: si tratta infatti di un un disturbo funzionale, non di un difetto. In caso di familiarità, si consiglia ai genitori di fare attenzione al bambino iperidrotico che potrebbe auto-stigmatizzarsi.

Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico