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Malattie rare, cataratta operata nella SLA in stadio avanzato

Grazie alla collaborazione di tre équipe specialistiche è stato eseguito con successo a Milano un intervento di cataratta su una persona affetta da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) in stadio avanzato. Esperti e associazioni dei pazienti sottolineano l’importanza di questo intervento su una persone che, con il progredire  della malattia, può comunicare solo attraverso il puntamento oculare.

Per eseguire questo delicato intervento hanno collaborato il team esperto di patologie neuromuscolari dei Centri Clinici NeMO, quello dell’innovazione tecnologica avanzata di NEMO Lab e gli specialisti in oftalmologia della Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone (MI).

Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici NeMO ha dichiarato:

Per una patologia complessa come la SLA, che ha un impatto importante sulla vita della persona e sul suo sistema di relazioni, il percorso di presa in carico deve porsi come priorità l’attenzione a quei dettagli del vivere quotidiano che ne garantiscono la dignità.”

L’intervento è stato eseguito dalla dott.ssa Felicita Norcia dell’équipe di chirurgia oftalmica della Casa di Cura Ambrosiana di Cesano Boscone, coordinata dal dottor Mario Giò.

La presa in carico visiva delle persone con SLA

La presa in carico visiva dovrebbe essere parte integrante della presa in carico multidisciplinare per patologie complesse come la SLA. Dal 2016 al Centro Clinico NeMO di Milano è attivo il servizio optometrico coordinato dalla dott.ssa Federica Cozza e, grazie alla collaborazione con il dott. Danilo Mazzacane, medico oculista, anche laboratorio di ricerca e cura NEMO Lab. In questi anni sono 958 le valutazioni effettuate dal servizio, di cui oltre 750 per persone con SLA. La presa in carico della funzione visiva avviene dalla diagnosi per tutto il percorso di malattia, attraverso valutazioni e follow up periodici.

Danilo Mazzacane, medico oculista consulente di NEMO Lab e della Casa di Cura Ambrosiana spiega:

Il monitoraggio visivo del paziente operato, come avviene con tutti i pazienti, ha permesso di valutare con lui come gli occhiali non dessero più alcun beneficio. La scarsa acutezza visiva richiedeva, infatti, la necessità di ingrandire molto i caratteri sullo schermo del suo comunicatore, rendendo ancora più difficoltose le interazioni sociali. L’intervento di cataratta gli consentirà di avere una visione più nitida, riprendendo quindi un utilizzo efficace del comunicatore. Siamo felici perché il successo dell’intervento migliorerà di fatto la sua qualità di vita”.

Fulvia Massimelli, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (AISLA) ha commentato:

un risultato importante che sottolinea ancora una volta quanto sia determinante il processo di condivisione delle competenze scientifiche, cliniche e specialistiche. La SLA mortifica il nostro corpo, rendendolo immobile. Una condizione estrema che impone il bisogno di preservare i nostri occhi, unico strumento che ci permette di continuare a comunicare. Laddove non è ancora possibile guarire è essenziale saper prendersi cura, a tutela e garanzia della nostra qualità di vita.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.