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coronarografia

Nefropatia da contrasto, rischio abbassato con il nitrato degli alimenti

  • Alessandro Visca
  • Medicina

Per nefropatia da contrasto (CIN) si intende una riduzione della funzione renale successiva all’iniezione di mezzo di contrasto. La patologia è generalmente asintomatica e si caratterizza per un aumento acuto della creatininemia, da 24 a 72 ore dopo l’iniezione del contrasto.

Una ricerca inglese, presentata all’ultima edizione dell’ESC, il congresso dell’European Society of Cardiology, ha mostrato una drastica riduzione (70%) del rischio di sviluppare una nefropatia da mezzo di contrasto, in un gruppo di pazienti con sindrome coronarica acuta (SCA), sottoposti a coronarografia, a cui sono stati somministrati nitrati inorganici alimentari. La somministrazione di nitrati ha ridotto significativamente anche l’incidenza di infarti periprocedurali e ha migliorato la funzionalità renale a 3 mesi dall’intervento.

Dan Jones, del Barts Health NHS Trust (Londra, UK) ha dichiarato:

attualmente, a parte l’idratazione per via endovenosa, non esiste un trattamento comprovato che riduca la nefropatia indotta dal mezzo di contrasto. Riteniamo che il nitrato inorganico alimentare sia molto promettente in questo studio e questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni nel ridurre questa grave complicanza dell’angiografia coronarica”.

Il nitrato inorganico utilizzato in questo studio – ha precisato Jones –  si trova negli alimenti, è prodotto in modo endogeno ed è diverso dai nitrati organici sintetici, come per esempio l’isosorbide mononitrato utilizzato nell’angina.

Lo studio ha sperimentato una formulazione di nitrati inorganici alimentari prodotta appositamente

Nella sua presentazione all’ESC 2023 il dottor Jones ha osservato che la CIN è una complicanza grave dopo l’angiografia coronarica ed è associata a degenze ospedaliere più lunghe, a un peggioramento della funzionalità renale a lungo termine e a un aumento del rischio di infarto miocardico e di morte. L’incidenza varia a seconda del rischio del paziente e delle definizioni di nefropatia utilizzate, ma può colpire fino al 50% dei pazienti con sindrome coronarica acuta ad alto rischio: pazienti anziani e/o con insufficienza cardiaca, malattia renale cronica o diabete.

Lo studio, battezzato NITRATE-CIN, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo è stato condotto presso la Queen Mary University di Londra e il St Bartholomew’s Hospital di Londra, UK ed ha testato l’efficacia del nitrato inorganico nella prevenzione della nefropatia indotta dal mezzo di contrasto in 640 pazienti con infarto miocardico acuto senza sopraslivellamento del tratto ST.

Per essere idonei allo studio, i pazienti dovevano essere a rischio di nefropatia indotta dal mezzo di contrasto o avere due dei seguenti fattori di rischio significativi: diabete, insufficienza epatica, età >70 anni, esposizione a mezzi di contrasto nei precedenti 7 giorni, insufficienza cardiaca o assunzione concomitante di farmaci ad azione renale.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere una formulazione di nitrati inorganici alimentari prodotta appositamente per questo studio (12 mmol/744 mg di nitrati al giorno) somministrata sotto forma di capsule per un ciclo di 5 giorni, con la prima dose somministrata prima dell’angiografia, oppure placebo. I pazienti avevano un’età media di 71 anni, il 73% era di sesso maschile, il 46% aveva il diabete e il 56% aveva una malattia renale cronica. La quantità di mezzo di contrasto somministrata è stata di 180 ml nel braccio placebo e di 170 ml nel braccio nitrato, con il 50% dei pazienti sottoposti a rivascolarizzazione.

Incidenza ridotta di nefropatie e infarto periprocedurale

L’incidenza di CIN è stata del 30% nel gruppo placebo e del 9,1% nel gruppo trattato con nitrati, con una riduzione del rischio relativo del 70% (p < 0,0001). Nel follow-up a lungo termine di questi pazienti si è osservato che la funzionalità renale è migliorata a 3 mesi nel gruppo nitrati rispetto al gruppo placebo.

Anche i livelli di creatinina sierica erano significativamente aumentati nel gruppo dei nitrati. A 12 mesi, si è verificata una significativa riduzione relativa del 50% degli eventi avversi cardiovascolari maggiori – tra cui mortalità per tutte le cause, infarto miocardico ricorrente e rivascolarizzazione ricorrente – che sono stati ridotti dal 18,1% nel gruppo placebo al 9,1% nel gruppo nitrato. Inoltre, i tassi di incidenza di infarto periprocedurale sono passati dal 12,5% al 4,1%  (P = 0,003).

Gli eventi avversi renali maggiori (mortalità per tutte le cause, terapia sostitutiva renale o disfunzione renale persistente) sono stati ridotti a 12 mesi dal 28,4% nel gruppo placebo al 10,7% nel gruppo nitrato (P < 0,0001), con un valore relativo di riduzione del 60%.

Secondo Jones:

anche se abbiamo bisogno di uno studio multicentrico più ampio per confermare questi risultati, gli studi finora non segnalano che ci siano rischi e potrebbero esserci molti benefici nel prendere un semplice prodotto ricavato dalle barbabietole prima e dopo un’angiografia.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.