Diabete, i monociti circolanti come biomarker di rischio CV
Il diabete di tipo 2 aumenta il rischio di sviluppare una patologia cardiovascolare (CV), in misura diversa secondo il fenotipo del paziente diabetico. La ricerca di biomarker in grado di segnalare la presenza di un rischio più alto di eventi CV in pazienti diabetici è quindi un tema importante degli studi attuali.
In questo filone si inserisce lo studio pubblicato su Circulation Research da ricercatori francesi dell’Inserm (Institut national de la santé et de la recherche médicale) che ha trovato in pazienti diabetici, di diverse fasce d’età, un’associazione tra livelli dei monociti circolanti e rischio di eventi CV.
Lo studio sui monociti circolanti nei pazienti diabetici
I ricercatori francesi hanno rivolto la loro indagine all’analisi dei monociti circolanti, cellule infiammatorie coinvolte sia nella patogenesi del diabete di tipo 2 che nell’aterosclerosi.
In tre coorti di pazienti diabetici è stata valutata la progressione del rischio CV attraverso il punteggio CAC (coronary artery calcium score) e, al contempo, è stata condotta un’analisi fenotipica e metabolomica dei monociti.
Nelle prime due coorti (672 e 279 pazienti) i risultati hanno confermato la correlazione tra livello dei monociti circolanti e incidenza di eventi CV, indipendentemente dall’età del paziente e dalla durata del diabete. L’analisi molecolare ha permesso di classificare i monociti in tre sottogruppi, identificando quello associato a un aumento del rischio CV.
Inoltre è stata analizzata una terza coorte ospedaliera di 757 pazienti con diabete di tipo 2. È risultato che pazienti con diabete tipo II con una conta dei monociti >0,5×109/L avevano un rischio a 10 anni aumentato da 5 a 7 volte di sviluppare eventi CV, rispetto al gruppo di controllo con un numero inferiore di monociti
Scrivono, inoltre, gli autori della ricerca:
l’integrazione delle analisi del trascrittoma dei monociti e dei metabolomi plasmatici ha mostrato un’interruzione delle vie mitocondriali (ciclo dell’acido tricarbossilico, via della fosforilazione ossidativa) che ha evidenziato un fenotipo proaterogenico.”
e concludono:
la valutazione della frequenza e della conta dei monociti è un prezioso indicatore predittivo del rischio di eventi cardiovascolari nei pazienti con diabete di tipo 2.”