Sanità, mettere al centro la prevenzione e migliorare la comunicazione
Investire di più sulla prevenzione, incentivando screening, vaccinazione ed educazione a stili di vita corretti. In parallelo, puntare su una migliore comunicazione per far fronte a fenomeni come l’esitazione vaccinale.
Sono le indicazioni che arrivano dal 56° Congresso nazionale della Società italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), che si è da poco concluso a Roma. Roberta Siliquini, Presidente della SItI, ha detto:
in Italia gli attuali investimenti sulla sanità sono tra i più bassi nei Paesi Ocse. Di fronte a minori risorse i Decision Makers devono quindi liberare risorse soprattutto sul piano della prevenzione, che diventa fondamentale in quanto ha un costo decisamente più basso rispetto alla cura”.
Puntare sulla prevenzione – secondo la presidente SItI vuol dire “incentivare le vaccinazioni, le attività di screening, promuovere gli stili di vita sani e una corretta alimentazione. Tali attività trovano la loro sede naturale nei Dipartimenti di Prevenzione che devono diventare centrali nel coordinamento delle iniziative con i distretti, le ASL e le ASO così come centrale, nell’organizzazione complessiva del sistema, deve essere il ruolo dei Distretti che necessitano di una governance competente nell’organizzazione e nel management sanitario”.
Migliorare la comunicazione per evitare la perdita di fiducia nelle istituzioni sanitarie
In apertura del Congresso la presidente Siliquini ha posto l’accento sul problema emerso durante la pandemia da Covid-19 quello dell’esitazione vaccinale che ha tra le sue componenti una perdita di fiducia nelle Istituzioni e nelle loro modalità di comunicazione.
L’importanza di comunicare meglio con i pazienti è stata ribadita anche da Carlo Favaretti, Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership in Medicina, Università Cattolica del Sacro Cuore Roma, che ha detto:
serve motivare anche i cittadini ad assumere sempre più informazioni che noi dobbiamo fornire loro per usare al meglio i servizi sanitari; non solo quelli tradizionali, di cura, come quelli ospedalieri, ma anche quelli di prevenzione e di assistenza sanitaria primaria.”