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prostata visita

Tumore della prostata, l’approccio europeo alla prevenzione

Con più di 40mila nuove diagnosi all’anno (dati 2022) il carcinoma prostatico è uno dei principali tumori maschili (19,8% di tutti i tumori). L’aumento delle diagnosi, attribuibile all’invecchiamento della popolazione e ai progressi della diagnostica, si affianca una continua riduzione della mortalità, che è strettamente collegate alla precocità della diagnosi.

Lo scorso novembre una Raccomandazione del Consiglio europeo ha indicato le linee strategiche per l’individuazione precoce dei tumori, partendo da queste indicazioni Fondazione Onda Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con il contributo incondizionato di Astellas Pharma, ha presentato alle istituzioni un documento che evidenzia le principali sfide da affrontare per promuovere concretamente in Italia la diagnosi precoce del carcinoma prostatico, l’accesso alle cure e una presa in carico tempestiva del paziente.

Migliorare l’informazione, coinvolgendo anche le donne

Secondo un’indagine realizzata da Fondazione Onda in collaborazione con Elma Research nel 2021, solo tre uomini su dieci si ritengono sufficientemente informati relativamente al carcinoma prostatico. Scarsa è l’attitudine a sottoporsi a controlli in assenza di problematiche specifiche Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda, sottolinea l’importanza di coinvolgere anche le donne in una campagna di sensibilizzazione:

spesso sono proprio le donne a favorire una prevenzione urologica attiva da parte del proprio partner, nell’intercettare i primi campanelli d’allarme o nel sollecitare un tempestivo accesso ai percorsi specialistici di diagnosi e cura.”

Il ruolo del medico di famiglia

Andrea Salvetti, Referente Area oncologica SIMG, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie

i dati in possesso di Health Search (banca dati della Medicina Generale) ci parlano di un trend in forte e costante ascesa del tumore della prostata dall’11,7% del 2010 al 16,7% del 2019 con un picco di prevalenza negli ultra85enni (88,4%). È necessario, quindi, aumentare la consapevolezza di tale patologia tra la nostra popolazione, intercettando ogni sintomo premonitore e monitorando coloro che potrebbero essere maggiormente suscettibili per familiarità e/o stili di vita abnormi. Responsabilizzazione, monitoraggio e formazione devono essere i messaggi da trasmettere alla popolazione e agli operatori sanitari per arrivare ad una diagnosi precoce che permetta di curare al meglio questa patologia”.

Linee strategiche di intervento proposte dal documento rivolto da Fondazione Onda alle Istituzioni:

  • Promuovere una corretta educazione alla salute sessuale e riproduttiva presso la popolazione maschile, fin dalla giovane età, abbattendo i tabù e valorizzando il ruolo del medico specialista di riferimento nella sua tutela.
  • Incrementare l’informazione e la consapevolezza sul tumore della prostata, con particolare riferimento ai fattori di rischio e al ruolo della diagnosi precoce, evidenziando l’importanza di sottoporsi regolarmente a controlli specialistici urologici, in particolare dopo i 50 anni (dopo i 40 anni, in caso di familiarità positiva) pur in assenza di sintomatologia.
  • Garantire l’accesso a una informazione chiara e corretta sui benefici e sui rischi della diagnosi precoce per il carcinoma prostatico, nonché sui limiti delle tecniche attualmente in uso per lo screening.
  • Garantire un accesso equo ed omogeneo su tutto il territorio nazionale alla diagnosi precoce del carcinoma prostatico con copertura della popolazione interessata e secondo linee guida condivise dalla comunità scientifica.
  • Potenziare il ruolo del Medico di medicina generale nella promozione della salute maschile e nella prevenzione attiva primaria e secondaria del tumore della prostata, investendo nella formazione specifica sul territorio nazionale.
  • Promuovere attività di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione e diagnosi precoce del tumore della prostata rivolte anche alle donne, in considerazione del ruolo femminile nel favorire una prevenzione urologica attiva da parte del proprio partner, nell’intercettare i primi campanelli di allarme e nel sollecitare un tempestivo accesso ai percorsi specialistici di diagnosi e cura.
Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.